Cronaca / Como città
Giovedì 03 Settembre 2020
Bus, capienza dell’80% e autisti in rivolta
«Polizia alle fermate o sarà impossibile»
I sindacati chiedono un incontro in Prefettura: «Come controllare?». La Cgil: «Chiederemo la presenza di agenti nelle zone a rischio»
Autisti sul piede di guerra, impossibile contare chi scende e chi sale e controllare il rispetto delle regole anti Covid. In tema di trasporto pubblico l’ultima norma licenziata dal Governo, sebbene sull’argomento ipotesi e passi indietro siano stati molti e ancora ci sono ipotesi al vaglio e ulteriori possibili cambiamenti, ammette al massimo l’80% dei posti utilizzabili sulle corse «prevedendo una maggiore riduzione dei posti in piedi rispetto a quelli seduti». La mascherina è sempre obbligatoria. La regola vale per tutti i mezzi di trasporto: bus, treni, battelli, pullman e metro, Asf e Trenord comprese quindi.
Domande senza risposta
«Sì, ma come calcolo la percentuale stando al volante? - si domanda Antonio Parziali, autista di Asf e referente sindacale - devo contare chi scende e chi sale? E chi resta giù? Scelgo io o facciamo chi arriva prima e chi è più forte? E se sono pieno tiro dritto alle ultime fermate? Io capisco che il problema sia grande e che nessuno abbia la bacchetta magica, però così si lascia la nostra categoria davanti ad un bel guaio. Finiranno per prendere tutti la macchina e staremo in coda ore e ore». Domande lecite che gli autisti hanno intenzione di girare alla Prefettura a cui i tre sindacati confederali per i trasporti, unitamente alle sigle che rappresentano il mondo della scuola, hanno chiesto formalmente un incontro.
Possibili azioni di protesta
Non è da escludersi, comunque, che vengano messe in atto forme di protesta. «La responsabilità così è di chi guida bus, treni e navi – spiega Giovanni Riccardi segretario della Filt Cgil Como – con un’utenza da tenere a bada e con i pericoli che ne conseguono. Chiederemo che la polizia pattugli almeno le fermate più nevralgiche tipo Como lago e Piazza Vittoria. Inoltre far di conto tra chi sale e chi scende è dura, servirebbero tanti controllori quando ormai non ne esistono più. Lavoratori e studenti che salgono alle ultime fermate a ridosso della città, nella cintura urbana per esempio, non potranno mai salire. E se gli autisti tirano dritto poi manca solo che gli arrivi la lettera di richiamo dall’azienda». I sindacati temono un rapido aumento sproporzionato delle auto private per strada. «Ormai aumentare il parco autobus complicato – commenta Filippo Ghibaudi per la Fit Cisl dei Laghi –. O si affittano i mezzi dai privati o le scuole dovranno fare ingressi scaglionati fino a metà mattina». «C’è carenza di mezzi, controllori e autisti – dice Renato Roverselli per la Uil trasporti Como – non oso immaginare la confusione alle fermate con tanti passeggeri. I nuovi stanziamenti (300 milioni per Regioni, Province e Comuni, ndr) sono scarsi e tardivi, sarà necessario rivolgersi ai privati che lavorano con bus e mezzi». La politica comasca, dalla Provincia all’Agenzia del trasporto pubblico locale ripetono che riusciranno a far salire sulle corse tutti o quasi gli studenti e i lavoratori. Vero è che fino a qualche giorno fa sia Villa Saporiti che l’agenzia suggerivano di fare lezioni online al 50% degli studenti, parlando di 5mila ragazzi da lasciare a piedi. Asf a riguardo dice che l aspetta il decreto per regolarsi e conoscere i dettagli prima di commentare e dare direttive. Quanto alla convocazione in Prefettura i sindacati spiegano di attendere a stretto giro una risposta.
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