Calzolaio cerca un nuovo erede. L’altro via per “troppo successo”

La storia In inverno il giovane Simone era subentrato all’attività, ma ha lasciato la bottega per aprire un posto più grande

Il calzolaio di Albate, storica attività di via Sant’Antonino, da qualche mese ha abbassato la saracinesca. Crisi e poco lavoro? Macché, il motivo è esattamente l’opposto: ce n’è troppo e il ragazzo che circa un anno fa aveva iniziato lì la sua attività, ha deciso di trasferirsi in uno spazio più grande. E così Angelo Iannella, proprietario di quella bottega, a 85 anni è disposto a rimettersi in gioco e affiancare altri candidati, piuttosto che veder chiuso per sempre il suo amato negozio.

Successo per Simone

Lo spirito di Angelo, del resto, non è certo quello di un pensionato, ma di un uomo che ha ancora tanta energia e voglia di fare, ma si rende conto che gestire da solo il tutto sarebbe troppo impegnativo. Da qui il suo appello, alla ricerca di un nuovo calzolaio. Tre anni fa, dopo aver visto sfilare 34 candidati che alla fine non si erano rivelati adatti al mestiere, Iannella aveva deciso di riaprire la partita Iva e di condurre lui stesso il negozio. Un lavoro che si impara sul campo e che oggi quasi più nessuno fa, ecco perché per lui si è rivelato difficilissimo trovare un sostituto a cui sarebbe stato anche disposto a regalare l’attività. Poi, alla fine del 2023, la sorpresa che ormai non si aspettava più: alla sua porta si è presentato Simone Caccia, 22 anni di Beregazzo, cresciuto tra scarpe da ricucire e suole da rammendare, ereditando prima dal nonno e poi dal papà i trucchi del mestiere. E Angelo non se l’è fatto scappare.

Da subito gli affari per Simone sono andati a gonfie vele: la dimostrazione che, per chi è bravo e motivato, anche un mestiere come quello del calzolaio, da molti considerato in via d’estinzione, può essere redditizio. Tant’è che, come detto, la bottega di via Sant’Antonino s’è fatta troppo stretta per Simone, che ha deciso ora di trasferirsi in uno spazio più grande. «E ora Albate rimane nuovamente senza un calzolaio, nell’attesa che si trovi qualcuno – ammette sconsolato Iannella -. Io ho quasi 85 anni e mi sento benissimo, potrei andare avanti a lavorare. Quante volte mi viene in mente di riaprirla io, la mia bottega, ma poi mi rendo conto che sarebbe esagerato. A casa, soprattutto la mattina, mi annoio, il tempo non passa mai: dopo una vita di lavoro sono abituato a svegliarmi presto. Cerco qualcuno che porti avanti l’attività, ma che abbia un minimo di esperienza: io lo affiancherei nel lavoro per dargli una mano, ma almeno una base di conoscenza serve altrimenti è difficile. Spero tanto che qualcuno si faccia avanti».

Al lavoro dal 1951

Era il lontano 1° luglio del 1951 quando Iannella si è avviato alla professione, per poi aprire poco più che ventenne il suo negozio a Casnate. Quindi il trasferimento ad Albate, dove da subito ha conquistato un buon giro di clienti che ancora oggi gli sono affezionati. E vedere quella porta chiusa fa un certo effetto, oltre che dispiacere, soprattutto considerando il motivo per cui l’ultimo gestore non è più lì: troppo lavoro. Per Angelo quel negozio è molto più che un’occupazione: rappresenta una passione, una tradizione, quattro chiacchiere con i clienti, l’orgoglio per un lavoro ben fatto. Un’eredità che spera di poter lasciare a qualcun altro, a cui insegnerà tutti i trucchi di forbici e filo, ago e pinze e la bellezza del mestiere di una volta.

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