
Cronaca / Como città
Mercoledì 23 Aprile 2025
Cantoni a Roma: dopo 400 anni porta Como al conclave
Il voto Nel 1691 fa toccò al cardinale Stefano Ciceri. Ora tra i 135 elettori ci sarà anche il vescovo Oscar
Un’eredità importante che ora diventa il punto di partenza per tracciare la strada per il futuro. Dunque, «lodiamo Dio che ci ha dato Papa Francesco, cerchiamo di utilizzare bene i suoi insegnamenti». Con queste parole, pronunciate ieri mattina a Roma, il cardinale Oscar Cantoni ha ben riassunto il compito del Collegio cardinalizio nel tempo presente – decisamente complesso – tra la morte del Santo Padre e l’elezione del successore.
Il giuramento
E tra i 135 porporati chiamati a individuare il prossimo pontefice ci sarà anche lui, 75 anni da compiere il 1° settembre, vescovo di Como dal novembre 2016 dopo undici anni di episcopato a Crema, creato principe della Chiesa proprio da Jorge Mario Bergoglio il 27 agosto 2022.
Ieri Cantoni ha partecipato alla prima congregazione generale dei cardinali: un’ora e mezza, dalle 9 alle 10.30, nell’Aula nuova del Sinodo, insieme a una sessantina di porporati provenienti da tutto il mondo (in particolare dall’Italia e dall’Europa, visto il tempo più che limitato trascorso dal decesso).
In questa circostanza, i presenti hanno giurato di osservare fedelmente le norme della Costituzione apostolica “Universi Dominici Gregis” e hanno ascoltato la lettura del testamento di Francesco da parte del cardinale camerlengo Joseph Kevin Farrell.
Sempre in questo contesto, sono state stabilite altre due tappe fondamentali. A partire della traslazione della bara di Bergoglio, che questa mattina sarà trasferita dalla cappella di casa Santa Marta alla basilica vaticana: al momento di preghiera, alla successiva processione e alla liturgia della Parola all’altare della Confessione presenzierà anche il vescovo Oscar, impegnato poi nel pomeriggio con la seconda congregazione dei cardinali.
Il prosieguo della settimana sarà scandito dagli incontri quotidiani tra porporati, che sabato, alle 10, converranno sul sagrato di San Pietro per il funerale di Francesco. Nel primo giorno dei Novendiali, a presiedere la liturgia sarà un lombardo, il decano del Collegio cardinalizio Giovanni Battista Re, originario di Borno, in Valcamonica. Cantoni sarà incluso nel novero dei concelebranti, insieme a centinaia e centinaia di vescovi, presbiteri e diaconi. Al termine della celebrazione, il feretro del pontefice sarà portato in Santa Maria Maggiore per la tumulazione.
Una «nuova avventura dello Spirito, che mi accingo a intraprendere e che onora la nostra diocesi di Como». Così ebbe a dire il vescovo il 29 maggio 2022, a poche ore dall’annuncio della porpora. «È un segno grande che dal Signore arriva alla nostra Diocesi ed è un impegno a essere sempre più, noi tutti, testimoni della sua misericordia». A maggior ragione ora, tale impegno diventerà ancor più delicato.
Il precedente più “vicino”
Dalla natia Lenno all’episcopio di piazza Grimoldi. E, ora, al servizio della Chiesa universale: come detto, infatti, il nostro vescovo sarà tra i 135 cardinali elettori del prossimo conclave per l’elezione del nuovo Papa.
Per trovare un altro porporato locale nella Cappella Sistina bisogna fare un salto all’indietro di quattro secoli, fino ad arrivare a Carlo Stefano Anastasio Ciceri, quel “patrizio comasco” di cui si parla nella cronologia dei pastori della Chiesa lariana.
Nato a Como il 26 dicembre 1618, Ciceri fu vescovo della propria città natia – esattamente come Cantoni – tra il 1680 e il 1694. Fu elevato al rango cardinalizio nel concistoro del 1686 dal “Papa comasco”, il beato Innocenzo XI, al secolo Benedetto Odescalchi. Con la porpora, partecipò a due conclavi, ossia quello del 1689 (che elesse papa Alessandro VIII) e quello del 1691 (per la designazione di Innocenzo XII).
Da ricordare, in tempi più recenti, anche la figura di Andrea Carlo Ferrari, noto a tutti non a caso quale “Cardinal Ferrari”: resse la Chiesa di Como dal 1891 al 1894, anno in cui Leone XIII lo creò cardinale e lo trasferì alla sede arcivescovile di Milano.
Quella che si apre ora, dunque, è una nuova pagina di storia per l’illustre Diocesi lariana, vivificata nel corso degli anni dal sangue dei martiri. Da Carpoforo e compagni agli inizi fino a suor Maria Laura Mainetti e don Roberto Malgesini in tempi più recenti: una storia di santità che, evidentemente, deve aver colpito – e non poco – il pontefice da poco scomparso. Lo riconobbe lo stesso Cantoni nel pontificale del patrono sant’Abbondio del 2022, a pochi giorni dalla sua creazione cardinalizia, quando disse che «la scelta di papa Francesco di riconoscere e additare la Chiesa di Como come una “Chiesa martire” è una delle ragioni che spiega la mia nomina a cardinale, quale vescovo di questa Chiesa, ammantata dal sangue fecondo e glorioso di questi suoi figli».
Il porporato lariano non sarà l’unico elettore lombardo: con lui anche Pierbattista Pizzaballa, patriarca di Gerusalemme dei Latini, nativo di Cologno al Serio. Da tempo, quest’ultimo è dato tra i “papabili” per l’elezione del nuovo pontefice. Ma, si sa, il più delle volte, chi entra in conclave papa, ne esce cardinale.
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