Caos barche, pericoloso anche pescare

L’allarme Troppo traffico sul lago, tra maggio e settembre gli appassionati rinunciano a uscire. Il problema è anche la velocità

C’è troppo traffico sul lago, per i pescatori uscire in barca tra maggio e settembre è diventato quasi impossibile. Tra gli aliscafi e le motonavi della Navigazione, i 154 taxi boat registrati in Camera di Commercio, i velivoli dell’Aeroclub, la motonautica, la vela, la Canottieri, vari diportisti privati e turisti stranieri, nel lago c’è davvero troppo movimento. Ormai è diventato un problema di sicurezza, che tocca anche i pescatori comaschi.

«Sì, è vero, c’è un caos incredibile – spiega Luigi Guglielmetti, presidente di Aps, l’associazione provinciale pescatori – in questo periodo dell’anno la nostra attività diminuisce drasticamente proprio per questa ragione. C’è troppo traffico. Alcuni strumenti non si possono usare perché c’è il rischio, ed è successo parecchie volte, che le barche che sfrecciano trancino fili e cavi. Vanno troppo veloci. A parte il costo, è appunto un fatto di sicurezza. Anche perché tanti stranieri che noleggiano le barche si mettono alla guida, ma non sono affatto esperti. Un disastro, dopo le sette del mattino è già meglio rientrare».

L’Aeroclub il sabato e la domenica ha limitato le sue aperture e da giugno è pronto a chiudere. La ragione è il moto ondoso provocato dall’eccessivo transito delle imbarcazioni. «Anche noi tra maggio e settembre praticamente fermiamo le nostre uscite – dice ancora Guglielmetti – navigare nel lago sta diventando una cosa spaventosa».

C’è preoccupazione

I pescatori si dicono sotto assedio. «Il problema è concreto e lo è per tutti – dice Marco Corengia, pescatore e consigliere di Aps – Secondo me comunque tutti si concentrano sul gran numero di motoscafi che continua a crescere, spinti dall’esplosione del turismo. Invece sarebbe bene iniziare a far rispettare le regole e per esempio ad imporre una navigazione più lenta, ci sono troppe barche che sfrecciano appena usciti dai porti cittadini».

Giorgio Porta, impegnato all’Aeroclub e prima al lido di Villa Olmo, ha appena tenuto ai pescatori un corso sulla sicurezza nautica chiesto proprio dai tesserati dell’associazione alla luce del crescente traffico in acqua. «Si potrebbe a mio parere iniziare proprio dalla velocità delle imbarcazioni – dice Porta – perché all’interno dei porti esiste un limite pari a tre nodi. Ma oltre, in tutta l’area portuale, non è mai stata emessa una ordinanza ad hoc. Dovrebbero occuparsene l’Autorità di bacino e il Comune. Nello specchio d’acqua tra Villa Olmo e Villa Geno, che è ancora considerabile zona portuale, bisogna tutti andare più piano. Lì, in uscita, si concentra la maggior parte del traffico, come pure tra l’Aeroclub e lo Yacht Club dove si fa rifornimento».

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