Caos treni, l’accordo non basta
Cancellati tutti quelli svizzeri

L’intesa raggiunta tra Roma e Berna non basta a eliminare i disagi per i lavoratori frontalieri - Da qui a domani mancheranno 27 corse Tilo al giorno. I pendolari: «Molti di noi costretti a utilizzare l’auto»

«Il dato oggettivo è che sino a sabato mancheranno all’appello 27 corse di Tilo al giorno, senza contare gli altri treni cancellati. L’impressione è che Trenord si sia presa tre giorni di pausa dettati da situazioni sì contingenti, come lo è stata la decisione delle Ferrovie Federali Svizzere di non dar corso alle disposizioni contenute nel Dpcm italiano bloccando i treni, ma cui si sarebbe potuto porre un rimedio, mantenendo - ad esempio - anche solo due Tilo al di qua del confine».

Il ragionamento del portavoce dei pendolari comaschi, Ettore Maroni, arriva poche ore dopo che Italia e Svizzera hanno trovato una quadra istituzionale per far tornare a circolare regolarmente i treni tra Lombardia e Canton Ticino, dopo lo strappo delle Ferrovie Federali Svizzere. La lunga telefonata tra la ministra delle Infrastrutture e Trasporti, Paola De Micheli e la presidente di turno della Confederazione, Simonetta Sommaruga ha sortito gli effetti sperati, come riportato ieri dal nostro giornale, ma seppur contenuti restano i disagi per pendolari, frontalieri e per i passeggeri degli Eurocity.

A questo proposito, ha trovato conferma il fatto che sino a domani sui sedici Eurocity via Chiasso (e Como) e Domodossola ne circoleranno due via Chiasso e quattro via Domodossola, mentre da domenica (giorno in cui peraltro sarà operativo il tunnel ferroviario del Monte Ceneri tra Vezia e Camorino, in Ticino) gli Eurocity diventeranno otto, quattro dei quali in transito da Como e Chiasso.

«Molti pendolari hanno scelto la soluzione dell’auto per raggiungere Milano, altri già da tempo lavorano in smart working. Restano i disagi, come dimostra la foto scattata questa mattina (ieri mattina, ndr) alle 6.50 alla stazione di Como San Giovanni, con tutte le corse di Tilo cancellate - osserva ancora Ettore Maroni -. Vedremo cosa accadrà da lunedì. Sono giorni difficili in una situazione a sua volta complessa». In vista del lento ritorno alla normalità, Svizzera e Italia stanno ultimando le regole d’ingaggio per consentire ai frontalieri di utilizzare i treni. Il lasciapassare per i frontalieri, lungo la linea di confine, sarà il permesso di lavoro G.

Sulla vicenda del blocco ai collegamenti transfrontalieri è intervenuta anche la Cisl dei Laghi, che ha rimarcato l’importanza della soluzione individuata da Italia e Svizzera per bypassare lo stop ai treni. «Siamo molto soddisfatti che la politica si sia mossa per trovare in tempi celeri una soluzione al problema del blocco del transito dei collegamenti transfrontalieri, che avrebbe generato non pochi disagi alle migliaia di frontalieri che ogni giorno varcano il confine - si legge in una nota -. Ora però è tempo che lo Stato italiano si attivi, una volta per tutte, per assicurare le necessarie tutele ai tanti italiani impiegati in Svizzera». Va però rimarcato che il decreto interministeriale annunciato mercoledì sera dall’Italia per superare lo stop ai treni dovrà essere letto con grande attenzione. Ad oggi, in base al nuovo Dpcm, per recarsi in Italia dalla Svizzera (al netto dei frontalieri e di giustificati motivi di lavoro) bisogna presentare l’esito negativo di un tampone effettuato nelle quarantotto ore precedenti. Non tutti i nodi sono sciolti, dunque.

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