Capotreno aggredita
sulla Como-Milano
E nessuno interviene

La donna, 25 anni, presa a pugni da un viaggiatore senza biglietto, ripreso perché sdraiato di traverso su quattro sedili

La capotreno di Como San Giovanni aggredita a pugni nel costato, durante il servizio. Nessuno interviene per difenderla.

È successo ieri a bordo del convoglio numero 25235, in partenza alle 9.48 da Como in direzione Rho. L’aggressione nei confronti della dipendente, in forza al deposito di Como, una ragazza di poco più di 25 anni, residente in provincia, si è consumata in pochi minuti. Secondo Filippo Ghibaudi, segretario generale della Fit Cisl di Como, il tutto è avvenuto nell’indifferenza più assoluta dei pendolari che non avrebbero mosso un dito.

Ghibaudi ricostruisce la dinamica dei fatti, avendone raccolto testimonianza dalla viva voce della collega aggredita, ora ancora sotto shock, con una prognosi di 10 giorni che la vedrà costretta a portare il collarino, a causa del trauma subito.

«Il treno in questione viaggiava in una fascia oraria, come la definiamo noi, morbida, non a rischio – precisa Ghibaudi –. La capotreno si è accorta di uomo, un italiano di mezza età, che in una delle carrozze centrali del convoglio, aveva occupato, sdraiandosi, ben quattro posti a sedere. Si è quindi recata da lui per chiedergli, con modi del tutto gentili, di assumere una posizione più consona. Davanti alla richiesta l’uomo ha rifiutato di cambiare atteggiamento. Solo allora la capotreno ha voluto vedere il suo titolo di viaggio, e scoprendo che ne era sprovvisto, gli ha intimato di scendere alla successiva fermata, quella di Seregno».

Entrambi si sono recati quindi di fronte alle porte della carrozza, pronti a scendere. «É allora che il viaggiatore ha iniziato ad aggredire la collega alle spalle, proprio nel momento in cui il treno era in frenata per la sosta alla stazione di Seregno. Nessuno dei presenti, alcuni in piedi accanto ai due, è intervenuto in aiuto della donna che è scesa sulla banchina, mentre il suo aggressore ha preso la via della fuga».

Solo allora si sono potuti attivare i colleghi di Seregno, che hanno chiamato i soccorsi. La capotreno è stata trasportata d’urgenza all’ospedale di Desio, dove, in seguito ad accertamenti, è stata dimessa dopo qualche ora. Attualmente la Polizia ferroviaria sta indagando sul caso, cercando di ricostruire l’identità dell’aggressore, tramite il racconto della vittima, ma anche tramite le immagini delle telecamere di sicurezza presenti in stazione a Seregno.

«Non è possibile che un lavoratore esca di casa alla mattina e non sappia se la sera potrà tornarci sano e salvo – attacca Ghibaudi – L’iperbuonismo e l’ipergarantismo ci hanno portato a questi livelli. Serve che anche in Italia si adotti il modello svizzero che non tollera mezze misure e che prevede che chi assume comportamenti del genere sia punito dalla legge, sanzionato in maniera anche pesante. Non è possibile che ci siano persone che ancora pensano di aggredire un lavoratore e poi di farla franca».

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