Carducci, il tribunale blocca lo sgombero

Como Accolta la richiesta di sospensiva avanzata dall’associazione, che (per ora) non potrà essere sfrattata. La presidente Forgione: «Bene così, ma questo è il momento della mediazione. Prevalga l’interesse comune»

Ieri mattina il tribunale ha accolto una richiesta di sospensiva del provvedimento di sgombero della sede dell’istituto Carducci di viale Cavallotti avanzata nei giorni scorsi dall’omonima associazione nell’ambito di un ricorso per la reintegra del possesso dello stabile.

Il giudice ha fissato l’udienza per mercoledì 6 novembre, il che significa che - carte alla mano - l’amministrazione non potrà procedere allo sgombero preannunciato per il giorno 5.

Soddisfatta la presidente del Carducci Maria Cristina Forgione, che tuttavia ieri ha voluto gettare acqua sul fuoco: «C’è ancora margine - ha detto - per mediare e per raggiungere un’intesa che soddisfi tutte le parti nell’interesse superiore della collettività». Il clima resta comunque rovente. Pochi giorni fa il sindaco Alessandro Rapinese aveva affidato a un video monologo sulla sua pagina Facebook una articolata e definitiva illustrazione della posizione sua e della amministrazione, ribadendo l’intenzione di rientrare nel pieno possesso dell’edificio.

Spazio al Conservatorio?

Il progetto è quello di trasferire il Conservatorio Verdi nell’ala dell’edificio che un tempo era stata occupata dalle magistrali e che più tardi fu concessa in uso alla facoltà di Giurisprudenza dell’Università dell’Insubria, prima del trasferimento a Sant’Abbondio. Per la ristrutturazione di quegli spazi è pronto da circa un anno un progetto che a quanto pare rischia di perdere un importante finanziamento ministeriale se i lavori, o la progettazione esecutiva, non fossero avviati entro l’anno.

La ricostruzione

In ogni caso grande è la confusione sotto il cielo di viale Cavallotti, soprattutto quando si tenti di chiarire cosa appartenga a chi.

Secondo il sindaco è tanto se l’associazione può vantare la pseudo titolarità di un paio di locali, cui aggiungere una sorta di prelazione nell’utilizzo del salone Musa (al quale, negli anni, è rimasta legata gran parte dell’attività concertistica, convegnistica, culturale in genere). Secondo l’associazione, invece, la “proprietà” sarebbe ben più estesa, anche ad ampi spazi ai piani superiori dell’edificio, quelli occupati dalla biblioteca e quelli in cui da sempre si svolgono, tra gli altri, i “celebri” corsi di pittura del Carducci.

Il sindaco, nel suo video, è stato piuttosto chiaro: ha accusato l’associazione di essersi accaparrata senza averne diritto le aule destinate al Conservatorio e il museo Casartelli, che è un museo regionale, dimostrando così di non aver «rispettato le regole».

L’appuntamento è in tribunale per il 6 novembre, con la certezza che almeno per il momento non ci saranno prove di forza.

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