Carducci, niente sfratto: tutto rinviato al 5 novembre

Como Il Comune rinuncia (per ora)alla prova di forza. Ieri sera intanto riunione del consiglio del Carducci

Doveva essere il giorno della resa dei conti, quello dello sgombero definitivo, ma al di là di quel po’ di inevitabile fibrillazione, la giornata dell’istituto Carducci è scorsa via senza incidenti. Il clima vigile in cui si sarebbe trovato a suo agio il tenente Drogo (ricordate “Il Deserto dei tartari?”), è stato appena alterato dall’approdo, in tarda mattinata, di una camionetta di addetti alla posa della segnaletica orizzontale lungo il viale: il camioncino si è fermato proprio davanti all’istituto, gli operai hanno costretto il traffico lungo un’unica corsia e quando hanno iniziato a scaricare le loro carabattole di cantiere, qualcuno - tra i pochi asserragliati all’interno - ha temuto che fosse scattata l’ora X.

In realtà, si è appreso al termine della giornata, l’amministrazione avrebbe rinunciato, almeno per il momento, ai suoi propositi, rinviando l’esecuzione dell’ordinanza di sgombero al prossimo 5 novembre. Nel frattempo, ieri sera, la presidente dell’associazione Maria Cristina Forgione, ha riunito il consiglio direttivo, al quale sottoporre una proposta di mediazione da trasmettere successivamente al sindaco con tutti i crismi dell’ufficialità, visto che con quelli dell’ufficiosità (pare che l’entourage del primo cittadino sia già stato informato da settimane, quantomeno per sommi capi) non si è concluso nulla. Cosa prevede il piano? L’avvocato Forgione non vuole entrare nei dettagli, quantomeno fintanto che tutti i componenti del consiglio ne saranno a conoscenza, ma la sostanza sarebbe una sorta di via libera all’avvio dei lavori che dovrebbero consentire il successivo trasloco del Conservatorio negli spazi un tempo occupati dalla facoltà di Giurisprudenza dell’Insubria; insieme l’associazione consegnerebbe anche le chiavi della cosiddetta Sala dei Nobel e del Museo Casartelli, dove dovrebbe invece prendere alloggio la Fondazione Volta, che al Grumello pare stia ormai molto stretta.

Si vedrà: non è neppure escluso che con un po’ di buon senso il passaggio di testimone possa maturare anche prima della data prevista per lo sgombero, e che quella del 5 novembre diventi l’occasione per una stretta di mano a suggello di uno scambio che soddisfi gli interessi di tutti. A partire da quelli della città.

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