Cariplo al Comune sul progetto bocciato: «Non tornano i conti»

La polemica Rapinese furioso con la Fondazione. Ma Palazzo Cernezzi voleva tutti i fondi per il Lario per questo l’ente benefico ha bocciato il progetto

Nessun documento mancante, nessuna manovra politica e nessun progetto scadente: la ragione alla base dell’esclusione dai bandi emblematici di Fondazione Cariplo del progetto per il rinnovo e rilancio dei musei civici, presentato dal Comune, sta tutta nella mancanza di un piano di copertura economica adeguato. Il chiarimento è stato fornito dal presidente di Fondazione Cariplo, Giovanni Azzone, in una lettera che è approdata due giorni fa sulla scrivania del sindaco Alessandro Rapinese. Nella missiva si spiega che il Comune di Como ha richiesto alla Fondazione un contributo di otto milioni di euro, che corrisponde al budget totale messo a disposizione da Fondazione Cariplo e Regione Lombardia per tutta la provincia. Inoltre mancano i fondi destinati a coprire gli ulteriori costi del progetto.

La lettera di Rapinese

Si riassumono così le motivazioni di un’esclusione che ha fatto tanto discutere negli scorsi giorni, portando il sindaco e l’assessore alla Cultura Enrico Colombo a chiedere chiarezza in una lettera al presidente Azzone, dopo che il consigliere comasco della stessa, Enrico Lironi, aveva segnalato la presenza di criticità nella documentazione tanto per il progetto del Comune, quanto per quello della Provincia (la riqualificazione di Villa Porro Lambertenghi per la realizzazione di un polo di alta formazione tecnica), a sua volta escluso dal bando.

Richiesta di chiarezza che deriva anche dalle accuse lanciate all’amministrazione comunale nei giorni successivi alla pubblicazione degli esiti di questa fase del bando. Tra queste quella avanzata dai consiglieri comunali del Pd che avevano scritto che il sindaco «finge di non sapere che il progetto del Comune non ha neppure superato la cosiddetta Fase 1 di valutazione per carenze documentali. Fondazione Cariplo, per tale ragione, non ha neppure potuto valutarlo nel merito». E anche dal centrodestra non erano mancate le accuse, come quella espressa da Sergio Gaddi, referente provinciale di Forza Italia, secondo il quale l’esclusione poteva essere spiegata con l’atteggiamento del sindaco («imbarazzante e rozzo avanspettacolo») tale da rendere impossibili relazioni politiche sul territorio.

Il problema della cantierabilità

La lettera di Azzone risponde alla richiesta di Rapinese e chiarisce che non solo il progetto relativo ai musei civici è stato valutato positivamente sia per qualità che per coerenza con gli obiettivi del bando, ma anche ammissibile a una valutazione di merito. Valutazione che è avvenuta e dalla quale è emersa una impossibilità di dare avvio immediato ai lavori per la realizzazione del progetto garantendo la presenza di una copertura economica per ogni costo che si possa presentare. Questa copertura però nel caso del progetto del Comune è risultata debole, anche a fronte di più di due milioni di risorse ancora da reperire.

© RIPRODUZIONE RISERVATA