Caro mense scolastiche: «Da Rapinese
un altro colpo basso»

Como Centrodestra e centrosinistra attaccano il sindaco: «L’aumento delle tariffe peserà sulle famiglie comasche»

Le opposizioni contestano all’amministrazione gli annunciati aumenti nelle tariffe delle mense scolastiche a partire dall’anno scolastico 2025-2026. Nel nuovo piano la novità principale è che non esisterà più la gratuità per la fascia più bassa Isee, tra 0 e 3mila euro: il buono pasto sarà per ogni bambino pari a 2 euro. La gratuità rimarrà per coloro che sono seguiti dai Servizi sociali (famiglie fragili o in difficoltà economiche) ma non scatterà in automatico.

Coro unanime

«Ancora aumenti – commenta il capogruppo di Fratelli d’Italia Lorenzo Cantaluppi -. Aumentare le tariffe dei parcheggi non si può paragonare all’aumento delle tariffe delle mense poiché il servizio di refezione scolastica è importantissimo, soprattutto per i genitori che lavorano, e anche questi aumenti vanno ad incidere pesantemente sui bilanci familiari. Si diminuisce inoltre lo sconto per i fratelli, una misura che nel suo piccolo poteva essere anche un modesto incentivo alla natalità, in una nazione dove stiamo toccando punti record negativi di cali delle nascite». La capogruppo della Lega Elena Negretti alza il tiro: «Ecco servito l’ennesimo colpo basso di questa amministrazione ai danni delle famiglie. Mi chiedo perché debbano essere sempre i cittadini a pagare la totale assenza di programmazione del sindaco e della sua giunta e mi chiedo perché invece per le loro scelte, peraltro discutibili, si possano invece usare altre risorse disponibili».

Restando nel centrodestra il capogruppo di Forza Italia Giordano Molteni (candidato sindaco due anni fa) aggiunge: «Ho sempre pensato che la capacità di gestione e l’individuazione delle risorse economiche per la quadratura del bilancio comunale debba far parte dei “talenti” che un sindaco deve avere nella sua bisaccia, senza calpestare sempre il sociale, ma trovando soluzioni alternative intelligenti. Per alcune famiglie due euro al giorno possono essere importanti. Dopo due anni è triste constatare che la gestione del nostro Comune non può essere come quella di un condominio». Sul fronte del centrosinistra Vittorio Nessi, capogruppo di Svolta Civica si limita a dire che «non è più una novità. Rapinese sa solo aumentare tariffe, rette e privatizzare gli asili».

Critiche dai “dem”

Il Pd in una nota prende posizione: «Un’altra volta contro le famiglie. Ormai non fa quasi più notizia, è diventata la triste normalità, ma la rabbia che deriva dalle decisioni del sindaco continua a essere la stessa. L’opera distruttiva non si placa, la linea dell’amministrazione non si smentisce. La giunta pare essere composta da una calcolatrice e un computer, che senza alcun senso critico e alcuna sensibilità umana analizzano dati ed emanano provvedimenti finalizzati al profitto. E così, tra una privatizzazione e un’esternalizzazione, una chiusura e un aumento, a pagare, e in questo caso nel vero senso del termine, sono sempre i cittadini, spesso quelli maggiormente in difficoltà. Questa è la Como che vuole chi ci amministra: non accogliente, per pochi, non a misura di famiglia ma, anzi, contro le famiglie. Una Como che non ci piace».

Il sindaco nelle scorse era intervenuto motivando la decisione: «È un adeguamento per garantire la sostenibilità economica del servizio. Si tenga presente che il Comune paga ogni pasto già ora 7,14 euro e la differenza rispetto a quanto versano le famiglie la paga interamente la collettività. La norma è chiara, dice di tutelare le fasce più deboli e noi lo faremo come e meglio di molti altri Comuni che vengono indicati come un modello. Oggi i nostri milionari pagano meno degli indigenti di Varese».

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