Case Aler, ascensore rotto da 25 giorni: «Mio padre, disabile, prigioniero in casa»

Rebbio La denuncia: «Telefonate tutti i giorni, in difficoltà altri anziani e malati del palazzo». L’azienda: «Quattro interventi e guasti continui»

L’ascensore del condominio Aler è fuori uso per tre settimane, e l’inquilino disabile, che abita al primo piano, resta prigioniero in casa sua. Lo segnala la figlia dell’uomo, Jasmin Cerutti. La palazzina è quella di via Alebbio 13, il padre di Jasmin, Carlo, è «invalido al 100% per severa obesità (150 kg) e malattie gravi tra cui cardiopatia arteriopatia e diabete». L’appartamentoè al primo piano, l’ascensore si è rotto il 4 luglio ed è rimasto fuori uso fino al 26.

Due rampe di scale

«Abbiamo sollecitato più volte l’intervento - scrive Jasmin - in quanto mio padre facendo fatica a deambulare non può fare le due rampe di scale per poter uscire di casa». L’uomo, dice la figlia, ha chiamato Aler tutti i giorni per chiedere di riparare l’ascensore: «In questi 25 giorni sono intervenuti dicendo che era rotto un pezzo dell’ascensore e dicendo che lo stavano aspettando per sostituirlo. Nel frattempo mio padre, che è rimasto “prigioniero” in casa sua per 20 giorni, ha sviluppato delle ulcere e una infezione al piede dettata dalla circolazione difficoltosa (dovuta alla sedentarietà del periodo di reclusione)» tanto che è stata necessaria una visita al pronto soccorso.

Il 26 luglio, «mentre stavo per chiamare l’ambulanza per vedere se con gli ausili a loro disposizione potevano in qualche modo trasportarlo in ospedale» è arrivato il tecnico che ha fatto ripartire l’impianto. Ma al ritorno, qualche ora dopo, l’ascensore era nuovamente fermo: per rientrare a casa sua Cerutti ha dovuto chiedere l’aiuto di quattro volontari del quartiere.

«Oltre a mio padre - scrive ancora Jasmin Cerutti - altri membri del palazzo sono anziani e disabili e con il caldo di questi giorni si sono ritrovati prigionieri in casa propria. Anche i fornitori di ausili in questi 24 giorni hanno avuto difficoltà a fornire le prestazioni (infermieri e tecnici di per la fornitura della bombola di ossigeno che mio padre usa durante la notte). Sono sconcertata dell’accaduto e della poca disponibilità da parte della società Aler di risolvere il problema in tempi accettabili (ad ora - ieri mattina, ndr - l’ascensore non va ancora con promessa da parte di Aler di intervenire al più presto)».

Quattro interventi

«L’ascensore è stato riparato, ora funziona - spiegava nel pomeriggio Carola Airoldi, responsabile dell’area comasca di Aler - Dopo la segnalazione i tecnici della ditta che ha l’appalto della manutenzione sono intervenuti quattro volte. Purtroppo dopo ogni intervento si verificava un’anomalia diversa, ed è stato necessario ordinare dei pezzi di ricambio. Il 23 luglio si è aggiunto un guasto alla linea elettrica della forza motrice dell’impianto, e oltre ai manutentori è stato necessario far intervenire la ditta che si occupa degli impianti elettrici». «Ora il guasto è stato riparato, continuiamo a monitorare le situazione, sperando che non si rompa di nuovo. Uno dei problemi è che le ditte che si occupano della manutenzione sono poche, e quando si rompe un pezzo i tempi non dipendono più da noi».

«Siamo molto dispiaciuti per quanto accaduto e comprendiamo perfettamente le difficoltà del signore - conclude Carola Airoldi - Abbiamo cercato di fare il possibile e continueremo a farlo».

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