Per le scale con la figlia disabile in braccio: case Aler da mesi senza ascensore

La denuncia A Rebbio il blocco dell’impianto impedisce agli anziani (e non solo) di uscire di casa - «Ci hanno riferito che non c’è niente da fare, andrà sostituito. Purtroppo non è il solo problema»

L’ascensore non va da mesi, disabili e anziani di via Di Vittorio non escono più di casa.

Tutte le mattine, da tre mesi a questa parte, il papà di una ragazzina con gravi problemi di deambulazione, dovendo andare a scuola, prende in braccio sua figlia e scende ben cinque piani di scale per poi affidare la studentessa al servizio della Croce Rossa per il trasporto. Stessa fatica la sera, finite le lezioni.

Questa famiglia, di origine africana di recente trasferitasi nelle case popolari di Rebbio, è una delle tante che ha segnalato ad Aler e alle autorità cittadine il blocco dell’ascensore. Siamo al civico numero tredici, è la prima rampa di scale della grande palazzina rossa parte del patrimonio di edilizia residenziale. Il caso è finito all’attenzione anche dell’assistenza sociale, a rischio c’è proprio la frequenza della ragazzina in un centro scolastico presente in provincia specializzato per le disabilità.

«Anche io non riesco a fare le scale – racconta Anna Vignola, un’altra inquilina residente al quarto piano – e come me anche una coppia di anziani al piano di sopra. Di fatto così rinunciamo ad uscire di casa. Abbiamo più volte domandato la riparazione dell’ascensore, già da prima di Natale. I tecnici sono effettivamente usciti a vedere, ma dicono che manca un pezzo, che è un ingranaggio vecchio, che non si riesce più a trovare». Ad un altro condomino al telefono hanno spiegato che è probabile che l’ascensore vada sostituito interamente e che per riuscirci ci vorranno parecchi mesi d’attesa. «Qui abitano anziani, infermi, disabili – racconta Alessandra Sgambato – non possiamo andare avanti così, la gente ha bisogno di uscire, di fare la spesa, di muoversi per l’assistenza sanitaria e per fare le commissioni. Ci sono inquilini di più di 80 anni che davvero non escono di casa da mesi, è diventato un problema perfino portare su le borse della spesa».

Il blocco dell’ascensore è, su tutte, la necessità più stringente per gli abitanti della palazzina di via Di Vittorio. Ma l’elenco dei guai delle case popolari di Rebbio secondo i residenti è molto lungo. Uno, parecchio evidente, è impossibile da non notare all’ingresso di quasi tutte le scale. Ci sono dei pannelli aperti sopra alle porte d’ingresso e ai citofoni, dal soffitto cola del liquido, scende dalle tubature arrugginite. Un altro problema, sempre per stare ai principali nodi, è la mancanza di estintori. Si vedono alle pareti le sagome scure sulle pareti biancastre, ma sono spariti da mesi. Sempre sulle scale ad ogni piano ci sono le teche con l’aggancio dell’acqua in caso di urgenza, ma i condomini segnalano che i tubi, anche quelli, non ci sono più.

Gli assistenti sociali

«La spazzatura, le manutenzioni, le infiltrazioni, tempo fa hanno preso fuoco perfino i contatori – raccontano ancora i residenti – segnalazioni e problemi non si contano, eppure proviamo a portare pazienza. Però l’ascensore è necessario, passano le settimane e le risposte non arrivano, nemmeno agli assistenti sociali che seguono la ragazzina che deve andare a scuola».

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