
Cronaca / Como città
Venerdì 14 Marzo 2025
Case Aler riservate a sanitari e autisti di bus
L’emergenza La Regione lancia l’housing sociale pubblico accanto a soggetti privati come i fondi immobiliari. L’assessore Paolo Franco: «Concluso un bando per 400 alloggi a disposizione di famiglie con reddito medio»
Aler e Regione vogliono dare alloggi ai lavoratori, altrimenti esclusi dal mercato delle abitazioni.
Tra le categoria con la precedenza nel pubblico medici e infermieri, ma è allo studio anche la possibilità di offrire case a canone calmierato anche ai dipendenti delle imprese private, attraverso gli enti datoriali che si impegnino a ristrutturare a loro spese gli immobili sfitti e da anni decadenti.
«Il diritto alla casa va garantito non solo alle persone indigenti, ma anche alla classe media - spiega l’assessore regionale alla Casa Paolo Franco – stiamo lavorando al piano casa “Missione Lombardia”, lo strumento è quello dell’housing sociale pubblico, cioè la capacità di rispondere al bisogno abitativo dei lavoratori, a fianco dei soggetti privati come le cooperative e i fondi immobiliari. Abbiamo inoltre concluso un bando per famiglie a reddito medio, tra i 14mila e i 40mila euro di Isee, che metterà a disposizione 400 alloggi anche a Como, se ci saranno progetti ammissibili realizzati da Aler, Comuni e società».
Prezzi spinti al rialzo
Il tavolo convocato a Como dalla Prefettura riunite le associazioni di categoria come detto sta cercando soluzioni per offrire abitazioni a quei lavoratori che, giunti da fuori, non possono permettersi mutui e affitti troppo cari, con i prezzi spinti al rialzo in città dal boom turistico. Una idea sul tavolo è affidare un pacchetto di appartamenti pubblici sfitti dell’Aler a realtà come Confindustria, Ance o Camera di Commercio, secondo i sindacati sono circa 200 gli alloggi vuoti in buona parte in attesa di riqualificazioni. In cambio dell’investimento per la sistemazione degli immobili questi enti potrebbero assegnare ai nuovi lavoratori alloggi per un periodo limitato di tempo.
Burocrazia complessa
«È un tema sul quale stiamo lavorando con Aler – dice Franco, sul punto comunque cauto - l’obiettivo è aumentare gli alloggi per i lavoratori, i quali non possono essere espulsi dalle città o trovarsi impossibilitati ad avere un’abitazione dignitosa. Serve l’impegno di tutti coloro hanno a cuore un tema così dirimente, è il momento di una alleanza per la casa». Non sarà facile, perché le assegnazioni tramite privati necessitano di percorsi burocratici molto più macchinosi, ecco perché si chiede la collaborazione con istituzioni, forze economiche e terzo settore. A proposito di pubblico impegno, si è parlato di forze dell’ordine e addetti al trasporto come autisti di autobus, a Milano i primi a beneficiare di case a canone calmierato saranno medici e infermieri. A Como? «Assolutamente sì - conferma Franco - nei giorni scorsi in Giunta regionale abbiamo approvato un protocollo d’intesa con le Aler che prevede la possibilità che le diverse Asst operino una ricognizione rispetto alla quantità di alloggi necessari per il personale sanitario e sociosanitario, dopodiché si procede con il lavoro delle Aler rispetto alla riqualificazione degli appartamenti e alla successiva assegnazione».
Sindacati ed enti caritatevoli temono però che le case pubbliche vengano sottratte agli ultimi, ai più poveri ed emarginati. «La priorità resta il sostegno alle persone più vulnerabili - commenta l’assessore - ma a questo affianchiamo le politiche di housing sociale per dare risposte ai cambiamenti in atto nella società. Come Lombardia siamo la prima Regione italiani a pianificare interventi strutturati da questo punto di vista. Per quanto concerne le persone agli indigenti è sempre più necessaria una sinergia con i servizi sociali dei Comuni, perché in molte realtà e in molti quartieri serve un intervento di sostegno a 360 gradi che non si limiti solo all’aspetto abitativo».
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