Case di riposo, 2.300 euro per un letto
Quindici anni fa ne bastavano 1.200

L’incremento medio è del 40% con punte del 96% (come in Ca’ d’Industria) - Spese extra per servizi aggiuntivi che un tempo erano gratuiti: dai trasporti al parrucchiere

Case di riposo, in quindici anni a Como le rette sono aumentate del 40%.

Secondo l’osservatorio sulle residenze per anziani della federazione pensionati della Cisl nel 2005 il costo medio minimo giornaliero nelle strutture dedicate alla terza età di tutta la provincia era pari a 45,6 euro, il prezzo massimo 58,6.

Oggi stando ai dati pubblicati dall’Ats Insubria il costo minimo per un letto ha raggiunto quota 66,4 euro, il massimo 78,3. Vuol dire che le rette minime sono salite del 45,6% e quelle massime del 33,6%, in media l’aumento sfiora il 40%.

In città la Ca’ d’Industria ha visto salire le tariffe dell’84,4% e del 96,1%, sempre in riferimento ai costi minimi e ai costi massimi. Facendo il conto oggi la retta mensile accreditata per un posto in una stanza con due o tre letti costa 2300 euro, nel 2005 circa 1250 euro. Al don Guanella a Como l’aumento è stato pari al 41,6% e al 78,2%, a Lipomo del 54,6% e del 53%.

In provincia strutture molto gettonate come la casa Bellaria di Appiano Gentile hanno incrementato i costi minimi del 27% e i costi massimi del 62,8%, la casa albergo di Lomazzo del 65,3% e del 45%. A Cantù al Garibaldi Pogliani le tariffe sono salite del 30,8% e del 22,9%, alla casa Prina di Erba del 35,9% e del 35,4%, a San Fermo del 50,5% e del 13%.

In numeri assoluti alle Giuseppine di Como se prima pagavi 37 euro al giorno adesso bisogna pagarne 61. Secondo le associazioni vicine ai pensionati inoltra bisogna pensare che diversi servizi aggiuntivi, come il trasporto, il podologo o il parrucchiere oggi non sono più compresi nel prezzo, ma necessitano di spese extra. Questa è una chiave di lettura offerta sempre dalla Cisl in uno dei suoi ultimi rapporti tema rsa: «In Lombardia a fronte di una diminuzione lieve dei posti letto autorizzati c’è un aumento molto forte dei posti letto solventi. Per riequilibrare la domanda molte rsa hanno ritenuto utile aumentare l’offerta a pagamento, senza puntare sui letti che beneficiano della quota a carico di Regione Lombardia che copre le spese sanitarie. Questi posti perciò risultano a totale carico finanziario da parte dell’utente e della famiglia».

Secondo gli stessi gestori delle case di riposo oggi sempre meno cittadini possono permettersi di accedere nelle rsa, a breve le pensioni non saranno sufficienti a pagare le rette. La popolazione inoltre invecchia e sempre più cittadini hanno bisogno di un sostegno.

È più difficile invece fare il calcolo puntuale del numero dei posti letto totali offerti nel Comasco. Negli ultimi quindici anni diverse strutture sono cambiate ed alcune sono migrate nel territorio di Sondrio per mere ragioni burocratiche. Comunque secondo i pensionati della Cisl in totale i letti non sono diminuiti, anzi, solo non sono aumentati di pari passo rispetto alla domanda. Le liste d’attesa invece sono crescite parecchio, passando da circa 1.750 domande a circa 3.900. L’osservatorio dell’università Liuc però oggi stima che circa i due terzi delle richieste sono in realtà doppie, datate, da cancellare. Sono di sicuro comunque ci sono circa 1300 anziani in coda.

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