Case per chi lavora a Como. Parte il progetto: «Ma ci serve aiuto»

Abitazioni Enti pubblici e di categoria si alleano. Fondazione Scalabrini gestirà le prime offerte: «Occasione irrinunciabile per far crescere la città»

Servono case - a prezzi abbordabili - per i lavoratori. E così, su impulso della Prefettura, ecco l’appello per trovare una soluzione.

Confindustria, Camera di Commercio, i costruttori di Ance, il Consorzio Abitare, Ats Insubria e Asst Lariana attraverso la fondazione Scalabrini stanno cercando il modo di offrire abitazioni in affitto con dei canoni accessibili a quei professionisti e dipendenti che, per colpa del caro casa, non possono permettersi di firmare un contratto per venire qui a lavorare. Tecnici, operai, funzionari, infermieri.

«Intendiamo gestire un primo piccolo pacchetto di abitazioni nella speranza di aumentare nei prossimi mesi le disponibilità – spiega la presidente della fondazione, Francesca Paini – Si tratta di una decina di appartamenti, qualcuno nostro, qualcuno degli enti pubblici e datoriali coinvolti. Il problema dalla casa è legato al reddito, il lavoro è la garanzia del pagamento dell’affitto. In città, però, una sola paga non basta più per una famiglia media. Industriali e imprese sono interessati ad attrarre nuova forza lavoro, dunque possiamo proporre a chi arriva delle sistemazioni facendoci noi stessi da garante. Da intermediari per avere certezze sui canoni e sull’occupazione».

Il progetto

L’idea, ancora ai primi passi, è offrire appartamenti a lavoratori singoli che si trasferiscono a Como per prendere servizio, ai lavoratori con famiglia, più un bacino di alloggi a rotazione per quei lavoratori, con o senza figli, che hanno bisogno di una sistemazione solo temporanea. Qualche mese, in ragione della tipologia di contratto o perché riescono poi a trovare in autonomia una abitazione.

Ats e Asst in particolare, al tavolo voluto dalla Prefettura, hanno fatto presente che hanno delle proprietà in città che potrebbero essere utilizzate a questo scopo.

«L’appello però è rivolto a tutti i cittadini – dice Paini – ai tanti che hanno seconde case, appartamenti sfitti, magari da ristrutturare. Partecipate, date disponibilità, le vostre case possono creare delle opportunità, possono produrre, far crescere Como. Tutti i proprietari devono guadagnare un giusto canone, senza però chiedere cifre per i più irraggiungibili come succede nel mercato turistico, salvo poi avere rogne e danni. Noi siamo pronti a fare da garanti. Intervenendo con un fondo in caso di morosità, trovando subito una soluzione per gli affittuari che dovessero avere problemi o esigenze. Aiutando con il sostegno di Ance e del Consorzio Abitare a sistemare alloggi altrimenti non utilizzabili. E mettendo in relazione imprese e forza lavoro».

Le case sfitte

Il 19% delle abitazioni in città è sfitto, sono 9.067 abitazioni. Molte è vero sono seconde case, alcuni in verità sono case vacanze, il patrimonio non utilizzato è comunque grande. In totale in provincia le case vuote sono 99.797, il 27%. L’appello infatti è rivolto anche ai proprietari di casa della cintura urbana, da Grandate a Casnate passando per Fino Mornasco, dove un grande bacino di azienda ha bisogno di manodopera.

Per contatti si rimanda a www.fondazionescalabrini.it, la sede è in via Anzi al civico numero 8.

© RIPRODUZIONE RISERVATA