Caso Noseda, il Comune vuole fare causa a se stesso

Il dirigente conteso La responsabile delle risorse umane firma per portare il caso in Tribunale: «Il contratto non è valido». Palazzo Cernezzi pagherà un avvocato esterno

Como

«Luca Noseda è un dirigente del quale sono orgoglioso, lavora benissimo e sta lavorando appieno». Così diceva il sindaco Rapinese alcune settimane fa. Negli stessi giorni un’altra dirigente della sua amministrazione firmava una determina per «promuovere azione giudiziale per l’accertamento della invalidità del contratto» tra il Comune e lo stesso Noseda.

Si ingarbuglia la querelle tra Palazzo Cernezzi e il Comune di Cantù con, in mezzo al guado, il titolare dell’ufficio opere pubbliche fortemente voluto da Alessandro Rapinese, al punto da far andare su tutte le furie la collega brianzola Alice Galbiati. A rendere sempre più inestricabile la vicenda, sulla quale anche la Procura presso la Corte dei Conti ha avviato un’istruttoria, arriva ora la decisione della dirigente del personale di investire un giudice per valutare la validità del contratto.

La determina

Decisione tecnica e non certo politica, come confermano le parole di stima del sindaco per il suo dirigente. E infatti la determina non è passata al vaglio degli amministratori. In buona sostanza Rosella Barneschi, direttrice dell’Area Economica (e responsabile delle risorse umane), il 20 marzo scorso ha deciso di proporre un’azione giudiziale relativa alla validità del contratto siglato con Noseda. Su quali basi il Comune, che nel 2023 aveva giudicato assolutamente valide le procedure che hanno portato il dirigente da Cantù verso Como, oggi ritenga che quel contratto sia viziato, non è dato saperlo. O, meglio, è altamente probabile che l’oggetto del contendere siano le asserite problematiche di legittimità sollevate dall’amministrazione di Cantù, secondo la quale il suo ex dirigente non aveva ancora acquisito i titoli per poter chiedere il trasferimento, peraltro avvenuto dopo le sue dimissioni dal Comune brianzolo, rendendo quindi (questa la tesi di controparte) illegittimo il richiamo alla procedura di mobilità tra pubbliche amministrazioni.

Per il Comune era tutto regolare

Vero? Falso? In questa fase poco importa. Di certo per l’allora segretario comunale di Como la procedura era assolutamente regolare. Eppure, oggi, un altro dirigente chiede che sia un giudice ad accertare la validità di un contratto mai messo in discussione dalla medesima amministrazione.

È un po’ come se il Comune facesse causa a se stesso, piuttosto che al suo dipendente, visto che i termini del trasferimento sono sempre stati ben noti a Palazzo Cernezzi. La determina della responsabile delle risorse umane ha di fatto avviato l’iter legale, incaricando l’attuale segretario generale di affidare a un avvocato esterno all’ente il mandato per l’assistenza legale, e questo in quanto l’avvocatura comunale si è chiamata fuori sottolineando di essere in «conflitto di interessi». I tempi perché la vicenda approdi davanti a un giudice si prevedono in ogni caso lunghi.

Luca Noseda, nel frattempo, prosegue il suo lavoro, pienamente titolato a farlo. L’ipotizzata illegittimità degli atti a sua firma fatti fino ad oggi, nell’eventualità che la dirigente delle risorse umane dovesse aver ragione sul tema della regolarità del contratto, sembra infatti del tutto esclusa.

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