Caso scuole chiuse, tutti i partiti
contro Rapinese

Regione Dalla Lega al Pd, giudizio unanime sul Comune. Richiesti chiarimenti sugli aspetti economici e numerici. E poi l’invito lanciato al sindaco: «Fermati, parliamone»

I partiti, tutti, sono contro il sindaco Alessandro Rapinese. A realizzare l’incredibile, riunendo fazioni su altri temi incompatibili, è la scelta dell’amministrazione comunale di chiudere otto scuole. Una scelta che mette d’accordo da destra a sinistra, senza discrepanze e fatte salve le assenze, tutti i rappresentanti comaschi in Regione (anche Anna Dotti, consigliera di Fratelli d’Italia, assente ieri all’incontro convocato al Pirellino, ha comunicato il proprio appoggio alla causa).

Fronte unito

«Rapinese, fermati. Parliamone». Un messaggio conciso ma unanime, come mai prima per riconoscimento degli stessi esponenti politici riuniti dalla stessa parte del tavolo, in un momento unico nel suo genere, ieri al Pirellino. Dall’assessore all’Università Alessandro Fermi (Lega), ai consiglieri regionali Angelo Orsenigo (Pd), Sergio Gaddi (Forza Italia) e Marisa Cesana (Lombardia ideale) l’idea adesso è una sola: convincere Rapinese a fare un passo indietro e ponderare meglio la decisione. Non sarà facile se, come il sindaco stesso ha detto nel corso dell’audizione sul tema promossa in consiglio regionale da Orsenigo settimana scorsa, la contrapposizione tra l’identità civica della giunta e il cuore politico pulsante in Regione è insanabile («sono l’unico sindaco che è riuscito a eliminare tutti i partiti seduti dalla vostra parte, forse per questo sono l’unico che avete convocato qui» aveva detto Rapinese durante la commissione).

Nonostante questo, ieri si è optato ancora una volta per la via del dialogo. «Norme e competenze alla mano, la decisione è di esclusivo appannaggio del Comune» ha specificato Fermi, evidenziando però, come hanno fatto poi anche gli altri, che «la Regione non autorizza, ma prende atto». Come a dire che da Milano la decisione della giunta non può essere contrastata, ma questo non significa che sia stata condivisa.

«Il Dgr XII/2784 dice che serve un ampio, trasparente ed efficace sistema di concertazione con tutti i soggetti interessati al fine di favorire la massima condivisione con il territorio di riferimento» ha detto invece Orsenigo, ribadendo la necessità di un nuovo tavolo di confronto cui il sindaco possa prendere parte per prestare ascolto alle rimostranze di docenti e famiglie.

«Risparmio economico?»

Tre i punti su cui si chiedono delucidazioni al sindaco. In primis, la questione economica, addotta come ragione principale della scelta. «Il risparmio economico sulla chiusura delle scuole è relativo - sostiene Fermi - Gli immobili sono di proprietà comunale e tali rimangono anche togliendo loro l’indirizzo scolastico. Il Comune dovrà fare la manutenzione, anche cambiandogli indirizzo, a meno che non si intenda vendere tutti questi immobili».

Così come chiarezza deve essere fatta per Cesana sui dati contenuti nella delibera e confutati da alcuni dei consigli d’istituto coinvolti. Numeri che Gaddi giudica «usati dal Comune per confondere e non per informare», partendo dalla considerazione che in alcuni casi, come in quello dell’asilo Carluccio, i numeri positivi sulle iscrizioni (in crescita e con lista d’attesa) siano assenti. E infine sulle tempistiche: serve, per i consiglieri regionali comaschi, una visione complessiva della pianificazione a lungo termine, per permettere alle famiglie di prendere decisioni in serenità. Anche perché, come ha ribadito più volte Rapinese, queste chiusure potrebbero essere solo l’inizio.

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