Cellulari in classe? Alle superiori si può: «Vietarli è sbagliato»

Scuole Fa discutere lo stop imposto da un liceo di Torino. Giovio: «Proibirlo? No, all’intervallo lo usano pure i prof». Ripamonti: «Piuttosto diamo ai ragazzi delle alternative»

Sì all’uso dei cellulari in classe alle superiori, ma solo all’intervallo o per scopi didattici. Vietarli del tutto? Per la maggior parte dei presidi comaschi non è una strada percorribile e nemmeno utile per gli studenti, da educare invece a un corretto utilizzo. I dirigenti scolastici non sembrano condividere la scelta della collega del liceo Volta di Torino che ha deciso di ritirarli all’ingresso, poiché «durante la pausa, molti ragazzi non si alzano dal banco, non si guardano in faccia».

Il valore dell’educazione

«Se noi vogliamo educare veramente, allora togliamo tutti i telefoni, anche ai docenti, sarebbe assurdo vietarli agli studenti e usarli noi nei corridoi – ammette Nicola D’Antonio, preside del Giovio - La questione è molto complicata e non può essere risolta con atti di autorità. C’è un problema non di esagerazione dei ragazzi, ma di esagerazione in generale e riguarda tutti, forse più noi adulti. Dal punto di vista educativo, entri in classe e quando fai lezione il telefono è nello zaino. Durante l’intervallo, ci sono ragazzi che lo usano e altri che ridono e scherzano tra loro. La domanda è: è un oggetto di cui possiamo fare a meno? Fa parte della nostra vita quotidiana? Se sì, qual è l’aspetto educativo? Forse usarlo per la didattica può essere un modo».

E aggiunge: «Non sono per la linea drastica, lo porti ma lo tieni nello zaino. All’intervallo, i docenti e io stesso usiamo il telefono, come si fa a dire ai ragazzi di non usarlo se poi lo facciamo noi? Inoltre il cellulare è un oggetto personale che ha a che fare con la privacy: chiedere di metterlo via è un conto, lasciarlo in una scatola o armadietto comporta il fatto di garantire che siano custoditi, ma chi si assume la responsabilità?». Domanda che si fanno in molti. «Al momento non ho vietato niente – conferma anche Vincenzo Iaia, preside del Ciceri - Fondamentalmente sono contrario a ritirare i cellulari anche perché, poi, come scuola ci dobbiamo assumere la responsabilità della conservazione per evitare furti o altri problemi: ho più di 1200 alunni. A livello didattico i docenti decidono se farlo utilizzare o meno e sicuramente vi sono posizioni diverse».

Meglio le alternative

Per Gaetana Filosa, preside della Ripamonti, più che vietare è giusto dare alternative. «All’intervallo si può usare ma noi, da un paio d’anni, in alcuni spazi abbiamo messo tavoli da ping pong e calcio balilla e i ragazzi lasciano spesso il telefono per prendere la pallina e giocare – spiega - Queste alternative aiutano a socializzare, durante l’intervallo comunque sono liberi di usare il telefono. È vero che alcuni ragazzi, invece di socializzare, preferiscono rimanere al banco, ma prima di provare la via della privazione, bisogna cercare di coinvolgerli e stimolare a un diverso approccio, spesso anche noi adulti ci isoliamo. Ci sono tante attività con il cellulare che possono stimolare in maniera positiva».

«Da noi il telefono si può usare liberamente durante l’intervallo e nelle lezioni per scopi didattici, ma deve essere il docente ad autorizzare, non lo studente in autonomia – è il commento di Gianluca Mandanici, preside del Setificio -. Ho comunque notato che i ragazzi tendono a uscire dall’aula e andare in giro per l’istituto, non a isolarsi».

«I ragazzi possono usarlo al di fuori dalle ore di lezione – conclude Laura Rebuzzini, preside della Magistri - durante le lezioni lo utilizzano per scopi didattici, solo se richiesto e autorizzati dal docente. In alcuni casi e in alcune classi, per prevenire comportamenti scorretti, i docenti richiedono di raccogliere i telefoni spenti o silenziati in un apposito contenitore sulla cattedra».

© RIPRODUZIONE RISERVATA