Cronaca / Como città
Giovedì 23 Gennaio 2025
Chiasso, allarme dei benzinai di confine: «Il pieno qui non conviene più»
Consumi Il vantaggio per gli italiani in Ticino si riduce (fino a 7 centesimi al litro) sulla verde
In Ticino i benzinai arrivano ad usare espressioni come «fine di un’epoca» riferendosi al crollo delle vendite di carburante lungo il confine, anche se, in base ai dati rilevati ieri in quella che rimane l’isola più conveniente al di là della dogana di Maslianico, Pizzamiglio, il risparmio rispetto a Como è compreso tra i 7 e i 13 centesimi di euro al litro. Su un pieno di 40 litri significa, comunque, da 2,8 a 5,2 euro.
Situazione critica
Per chi abita tra Como, Cernobbio, Maslianico oppure si trova a passare da quelle parti espatriare di qualche centinaio di metri per fare rifornimento resta comunque vantaggioso. A Chiasso, invece, il costo del carburante è ormai da qualche anno storicamente più alto di qualche centesimo al litro, cosa che vanifica di fatto il vantaggio a meno di sensibili aumenti del carburante in Italia. Ieri a Pizzamiglio (bisogna sempre ricordarsi di pagare in euro e in contanti in quanto viene applicato un cambio agevolato, più basso rispetto a quello bancario che vale invece per bancomat e carte di credito) la verde costava 1,70 euro al litro. Secondo i dati dell’Osservatorio prezzi del ministero dello Sviluppo economico a Como città il costo della verde, sui 14 impianti del capoluogo, è compreso tra 1,77 e 1,90 euro al litro. Se si va a vedere a livello provinciale, con 103 impianti monitorati (escludendo le due stazioni di servizio sulla A9) la forbice è compresa tra 1,75 euro (si parla di pompe bianche dell’alto lago) a 1,91 euro al litro.
Per il diesel la convenienza in Italia dipende dai benzinai: sempre a Pizzamiglio un litro ieri costava 1,78 euro. A Como città si va da 1,72 a 1,80 euro. Un risparmio, quindi, a vantaggio dell’Italia (dove già molti ticinesi si recano per fare la spesa) di 1,2 euro quando, invece, non costa di più. Su scala provinciale i costi vanno invece da 1,68 a 1,82 euro al litro.
In ogni caso in Ticino la situazione è critica ed è stata rilanciata ieri proprio da oltre confine. «La crisi delle stazioni di servizio in Ticino ha raggiunto proporzioni gravi, segnando quella che sembra essere la fine di un’epoca» ha dichiarato l’associazione ticinese stazioni di servizio (Atss) al CdT. Il portavoce dell’associazione Boris Martinoni ha spiegato che dal 2019 ad oggi il Ticino ha visto una riduzione nelle vendite di carburante pari al 40%. Ma si è trasformato «in una vera e propria ecatombe per le stazioni di servizio “di frontiera”, alcune delle quali registrano flessioni vertiginose fino all’80%».
Il ruolo della valuta
Una situazione peggiorata, secondo gli esperti, dall’andamento della valuta: «Il rafforzamento del franco rispetto all’euro (+12% in soli 4 anni) – spiega l’associazione - ha amplificato il fenomeno, trasformando il Ticino in un deserto del carburante e alimentando un paradossale turismo inverso: persino gli svizzeri ora si dirigono verso l’Italia per fare il pieno». Questo perché la moneta forte porta gli svizzeri ad avere convenienza nel fare rifornimento in Italia. E si parla di ridimensionamento della rete con altre chiusure di punti vendita oltre alla trasformazione in strutture self service, senza più i negozi (in questo caso sono ormai un ricordo di tanti anni fa le trasferte in svizzera dei comaschi per fare il pieno e comprare zucchero e caffè) e, quindi, con il taglio drastico del personale.
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