Chiese, allarme per il caro bollette. Appello della Diocesi: «Parroci, attenti ai risparmi»

Fede e crisi Due anni fa la Diocesi ha speso oltre 3,5 milioni per l’energia. «Raddoppiare quella cifra è insostenibile». E si pensa ai gruppi d’acquisto

«Nel 2020 la spesa complessiva energetica di tutte le parrocchie della Diocesi ha superato i 3,5 milioni di euro, con un’incidenza sul totale delle spese ordinarie di circa il 30%. Da non sottovalutare il fatto che il prezzo della materia prima ha subito già importanti incrementi: un raddoppio di tale spesa, seppur riferito soltanto ai mesi invernali, sarebbe davvero insostenibile». Dai dati che presenta l’economo diocesano Cinzia Ferrari si comprende la preoccupazione della Chiesa di Como in riferimento alla prossima stagione fredda. Sono 338 le parrocchie, divise su quattro province – dai climi, tra l’altro, parecchio diversi –, per un totale di oltre mille edifici di culto.

«Il rialzo notevole del greggio preoccupa perché giunge proprio nel momento di quella lenta ripartenza successiva alla fase pandemica, durante la quale era già stato difficile coprire i costi fissi con le entrate ordinarie», aggiunge l’economo, in sintonia con il pensiero del pro vicario generale don Fausto Sangiani.

«I parroci adottino da subito uno sguardo strategico, a partire dai piccoli accorgimenti, fino alla ricerca di modalità nuove nell’organizzazione della pastorale, con la scelta di alcuni luoghi che siano il più possibile accoglienti rispetto ad altri»

«Le parrocchie sono state allertate circa l’impatto che l’aumento dei costi energetici avrà sulla loro economia perché adottino da subito uno sguardo strategico, a partire dai piccoli accorgimenti, fino alla ricerca di modalità nuove nell’organizzazione della pastorale, con la scelta di alcuni luoghi che siano il più possibile accoglienti rispetto ad altri». Anche nella crisi, c’è da avere fiducia. «Come è avvenuto nel tempo della pandemia – continua l’economo –, così la sfida energetica può essere un’opportunità per avviare processi virtuosi». Ai parroci, dunque, è chiesto di trovare soluzioni concrete, tenendo conto pure del «problema del sovradimensionamento delle strutture rispetto al loro uso: in tale contesto l’aumento dei costi può essere di stimolo per avviare una riflessione a lungo raggio sulla gestione degli immobili di proprietà. Meno spazi occupati, più relazioni e più processi».

L’idea dei gruppi d’acquisto tra parrocchie

Fino ad oggi, tra l’altro, «sono stati rari i casi in cui si è intervenuto sugli edifici di culto con uno sguardo attento e lungimirante in merito all’ecosostenibilità e all’autonomia energetica, anche per i vincoli imposti dalla Sovrintendenza». Per la gestione delle utenze, «in collaborazione con le altre Diocesi lombarde, si sta approfondendo l’esperienza dei “gruppi di acquisto”, così da entrare nel mercato dell’energia con un maggiore potere contrattuale». Nell’immediato, comunque, «la progettualità su nuovi edifici o su ristrutturazioni importanti viene portata avanti guardando al futuro, creando condizioni di autonomia energetica e nel rispetto delle istanze ecologiche». Ai parroci e a chi si occupa di gestione finanziaria in parrocchia «è stato chiesta un’attenzione particolare a contenere i costi. Tra l’altro, stiamo mettendo in agenda alcuni incontri con questi “addetti ai lavori” per condividere idee e assicurare loro uno sviluppo futuro, nella certezza che unire le forze in questo momento difficile è garanzia di successo. Perché la sostenibilità è anzitutto relazione», conclude.

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