Il caso del chiosco sul lungolago: ricorso respinto, sì all’abbattimento

Il ricorso Il Consiglio di Stato respinge la richiesta di sospensiva dei gestori del bar “Al Molo”

Nel nuovo lungolago il chiosco “Al Molo” non è previsto, ora il Comune può ordinare lo sgombero e l’abbattimento.

Il Consiglio di Stato ha respinto l’istanza cautelare presentata dai gestori del chiosco contro l’ordinanza di rimozione del bar affacciato sul lago, già disposta durante il precedente mandato, alla luce del ridisegno degli arredi e del completamento delle paratie. Dunque senza più sospensiva adesso l’amministrazione comunale può procedere con il definitivo abbattimento del chiosco, detto che nei prossimi mesi i giudici dovranno discutere del merito del ricorso.

Questa lunga storia ha inizio nel lontano 2003, data in cui l’attività comunale è stata data in concessione alla società “Al Molo”. Per 13mila euro all’anno di canone il bar ha lavorato fino al 2017, quando l’accordo è scaduto. Da allora tra Palazzo Cernezzi e il chiosco è iniziata una tortuosa lite processuale, ma il bene non è mai tornato nelle disponibilità del Comune. Quindi nel 2021, avviati i lavori per completare lungolago e paratie, ecco l’ordinanza di abbattimento.

«La domanda cautelare non è giustificata – scrivono ora i giudici – considerato che la parte in causa non ha impugnato la nota dell’amministrazione del 22 febbraio del 2018, nonostante nella stessa fosse chiaramente specificato che non sarebbe stato avviato il procedimento di proroga della concessione, nel caso fossero sopraggiunte manifestazioni di interesse da parte di altri operatori, condizione che puntualmente si verificò, impedendo, come preannunciato, il predetto prosieguo procedimentale. Anche gli altri motivi di appello, ad un primo sommario esame, si rivelano infondati. Ritenuto che neppure ricorre il pericolo di un danno grave ed irreparabile suscettibile di derivare dall’esecuzione del provvedimento impugnato, in considerazione dell’interesse pubblico alla complessiva risistemazione dell’area da ritenersi prevalente su quello privato prospettato dalla parte appellante». Secondo i giudici in sostanza è più importante riqualificare il lungo lago rispetto alle private richieste del chiosco.

Comunque cancellata la richiesta cautelare, spiegano gli avvocati difensori, bisognerà attendere la trattazione del merito da parte dei giudici prima di scrivere la definitiva parola fine a questa complicata vicenda. Detto che oggi il Comune ha gli strumenti per liberare la struttura. L’udienza non è ancora stata inserita in calendario, ma in genere i tempi non sono così brevi.

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