Chiude il “pensionato Celesia”
Bilancio in crisi a causa del Covid

La struttura di via Bignanico perde 27mila euro al mese - La comunicazione notificata ai 38 ospiti autosufficienti - Si cercano soluzioni in altre strutture della Fondazione Ca’ D’Industria

Villa Celesia è prossima alla chiusura.

La Ca’ d’Industria ha infatti inviato alle famiglie degli anziani residenti nella bella struttura di via Bignanico, sopra al Grumello, una comunicazione per proporre soluzioni abitative alternative, trasferimenti nelle altre sedi della fondazione. Si prospetta, a fronte di una situazione economica sempre più difficile per le Rsa, un’imminente chiusura di questo pensionato per anziani autosufficienti. La scelta è già stata deliberata dalla Ca’ d’Industria.

«Non è una scelta facile, non è una scelta voluta e non è una scelta fatta senza ragionare – commenta il presidente della Ca’ d’Industria Giamarco Beccalli – solo le perdite sono ingenti e gli ospiti sono pochi. Le case albergo come Villa Celesia, rispetto alle altre strutture residenziali per non autosufficienti, non sono in questo difficile momento una priorità. Abbiamo comunque cercato di resistere il più a lungo possibile». Non è una scelta definitiva.

«Abbiamo a tal proposito molte idee – dice Beccalli – per riconvertire prossimamente questa sede verso nuove prospettive per la cura della terza età. Dobbiamo però capire quali hanno la migliore fattibilità e quali hanno più speranza di ottenere i necessari finanziamenti».

La perdita mensile a Villa Celesia è quantificata in 27mila euro mensili. Per un bilancio in difficoltà in tutta la Ca’ d’Industria. I posti a disposizione della sede sono 88, gli ospiti presenti 38. Si cercherà di trasferire i rimanenti ospiti verso le altre sedi cittadini insieme a gruppi di operatori. I lavoratori di Villa Celesia sono 31 compresi gli addetti alla ristorazione. I sindacati esprimono rammarico e hanno convocato per i prossimi giorni un’assemblea.

«La parte sindacale esprime profondo rammarico e dispiacere – si cita una comunicazione sindacale interna - per la decisione di chiudere la struttura e chiede che venga fatto nell’immediato un passaggio con il personale interessato e che si lavori ad un confronto proficuo e costante volto a garantire un passaggio non traumatico». Quanto alla situazione economica la Fondazione Ca’ d’Industria tra il 2005 e il 2013 aveva già bilanci in perdita, c’è stato infatti anche un successivo intervento sulle rette. I costi, gli standard, le spese per il personale sono al limite già da tempo, anche prima della difficile era Covid. La pandemia ha acuito queste criticità, basti pensare anche solo alle tante spese per il contenimento del contagio, test, tamponi, sanificazioni. Ma soprattutto i letti rimasti liberi per colpa della pandemia significano rette mancante, entrate inferiori.

È una condizione comune a tutte le Rsa, non solo alla Ca’ d’Industria, tanto che anche la Regione ha promesso finanziamento ed ha già stanziato delle prime risorse. Il “pensionato Celesia” è stato incorporato dalla Ca’ d’Industria negli anni Novanta. La struttura è una residenza predisposta per accogliere le persone autosufficienti con la necessità di vivere in un ambiente controllato, con una supervisione, anche solo per alcuni determinati periodi dell’anno. C’è un’assistenza continuativa anche sanitaria, oltre ai servizi fisioterapici, di ristorazione e svago.

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