Chiusura dell’asilo di Ponte Chiasso: «Solo 30 bimbi, occupato al 38%»

Scuola Nei documenti tecnici si parla di capienza e costi. L’ipotesi via Brogeda scartata:«Non rispetta i requisiti»

La giunta ha ufficialmente decretato, a partire dal prossimo anno scolastico, la chiusura definitiva della scuola dell’infanzia di Ponte Chiasso. Allegati alla decisione dell’esecutivo ci sono relazioni, pareri tecnici e analisi dei dati. I motivi, secondo il Comune, per i quali la struttura non può rimanere aperta. Vengono analizzate le tre scuole dell’infanzia nei quartieri di Como Nord, quindi Ponte Chiasso, Monte Olimpino e Sagnino. Per l’asilo di via don Luigi Monza si parla di «28 iscritti a fronte di una capienza massima di 74 posti (nel corso degli ultimi anni, dal 2017 in poi, il massimo numero di bimbi è stato 44, ndr), distribuiti in due sezioni con dato di occupazione degli spazi pari al 38%». A Monte Olimpino figurano «38 iscritti a fronte di una capienza massima di 77 posti, distribuiti su tre sezioni e dove è previsto l’ampliamento con l’aggiunta di una quarta sezione nell’anno scolastico 2024/25 con occupazione spazi all’81%». Infine Sagnino con «71 iscritti a fronte di una capienza massima di 115 posti e con tre sezioni vuote già disponibili, occupazione al 62%».

La relazione del dirigente del settore Opere pubbliche, l’architetto Luca Noseda, evidenzia inoltre che a Ponte Chiasso «secondo le proiezioni demografiche per i prossimi tre anni consente di stimare una media di 30 alunni totali per anno scolastico pertanto con un grado di occupazione degli spazi pari al 38%» e che « la scuola dell infanzia dista 622 metri,dalla scuola dell’infanzia di via Segantini che ha 44 posti liberi; e 1067 metri da via Amoretti che ad oggi ha liberi 15 posti e per la quale è previsto un ampliamento per aumentarne la capienza di ulteriori 26 posti per l’anno scolastico 2024/25». In conclusione sottolinea come «la razionalizzazione del numero dei plessi scolastici consentirebbe una riduzione delle spese energetiche, di manutenzione e di gestione».

Viene inoltre analizzata la proposta presentata dal consiglio d’istituto, cioè ricavare uno spazio nella scuola di via Brogeda, bocciata dal Comune. Viene messo nero su bianco che «i locali individuati non soddisfano i requisiti tecnici minimi richiesti dalle normative di riferimento, sia con riferimento alle superfici minime necessarie, sia in ordine all’impossibilità di utilizzare locali seminterrati in relazione a gravi carenze aeroilluminanti». E ancora che un possibile adattamento degli spazi (che viene definito comunque non adeguato) richiederebbe un notevole impegno economico e una serie di opere murarie importanti.

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