
Cronaca / Como città
Mercoledì 26 Marzo 2025
Ci sono sei medici comaschi radiati che lavorano ancora
Il caso Abusi sessuali, calunnia, falso: sono sei i professionisti comaschi condannati e ancora in servizio. La ragione? Non c’è il giudizio della commissione d’appello: «Frustrante e lesivo per la nostra professione»
Como
Sei medici comaschi radiati e uno sospeso possono continuare a esercitare. I reati contestati sono in tre casi abusi sessuali, quindi calunnia, carte false, oppure terapie prescritte senza avere in realtà alcuna efficacia.
Il problema è stato sollevato a livello nazionale dal presidente della Federazione degli Ordini dei medici, Filippo Anelli. In Italia ci sono circa 900 medici che continuano a esercitare malgrado un provvedimento di fermo nei loro confronti. La denuncia investe anche Como, come conferma il presidente provinciale dei camici bianchi Gianluigi Spata.
I provvedimenti
«Da anni la nostra commissione disciplinare si riunisce per segnalazioni, esposti e reati a carico di medici iscritti all’Ordine – spiega Spata – è possibile ammonire, censurare, ma anche sospendere per un periodo di tempo o addirittura radiare i professionisti che si sono macchiati di colpe gravi. Così procediamo, ma una volta emessa la decisione i colleghi possono fare appello per un secondo giudizio alla Cceps, la commissione centrale per gli esercenti delle professioni sanitarie. Un organo terzo che da anni non si esprime e che ha molto arretrato da recuperare». Senza il lavoro di questo organo terzo le sospensioni e le radiazioni dell’Ordine non hanno effetto, i medici coinvolti possono continuare a lavorare. Quasi mai in convenzione con il pubblico per esempio nella medicina generale, dove scattano le sostituzioni, ma di certo possono visitare privatamente. Contattata ieri al telefono una dottoressa già radiata per pratiche cliniche assai discutibili, ha fatto sapere di visitare ancora i pazienti in provincia. Un altro medico, in attesa dell’ultimo grado di giudizio per accuse a sfondo sessuale, risulta in attività. Di altri ancora non si trovano più i riferimenti online, ma stante la contestazione sollevate alla Cceps le radiazioni decise a Como in teoria non hanno effetto, così denunciano gli Ordini.
Ci sono casi aperti affatto recenti, emersi già prima della pandemia, raccontati anche da queste colonne. Fatta eccezione per un capitolo molto più frequente a lungo dibattuto proprio in epoca Covid. Quando l’Ordine di Como aveva sospeso 45 colleghi che non si erano fatti vaccinare e che poi nel corso degli ultimi anni sono comunque tornati al loro posto, una volta archiviate le norme e gli obblighi sulle vaccinazioni introdotti in particolare nel 2021, sono fatto finite nel cassetto anche multe e sanzioni.
Terreno da recuperare
«È un fatto molto grave – conferma Giovanni L’Ala, storico medico comasco impegnato nell’Ordine e nella commissione etico disciplinare –, è frustrante per il nostro lavoro, è lesivo per la professione e soprattutto è pericoloso per i pazienti. La nostra commissione una volta informata dalle autorità, oppure ricevuti esposti firmati, non perde un giorno di tempo. Eppure senza dare esito ai ricorsi a livello nazionale passano gli anni senza che si arrivi a decisioni chiare e definite».
La Cceps, composta da membri scelti dagli Ordini e dal Ministero della Salute, in passato ha avuto problemi a trovare magistrati disponibili all’incarico. Adesso sta ripartendo con i lavori, ma ha molto terreno da recuperare. Gli Ordini e le federazioni dei medici domandano misure per abbreviare i tempi e risolvere le incombenze.
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