Cimitero di Albate: ci sono 763 tombe non in regola

La situazione Le sepolture sono 3.672, significa che il 21% delle concessioni è scaduto. In trenta casi da oltre 20 anni. Il sindaco: «È il primo digitalizzato completamente da ottant’anni. Ora avanti con gli altri». Da lunedì gli avvisi

Il Comune ha ultimato la digitalizzazione delle concessioni del primo cimitero. Si tratta di quello di Albate. Ieri il sindaco Alessandro Rapinese ha anche fornito i primi dati: su 3.672 sepolture, le concessioni scadute risultano 763, pari a circa il 21% del totale. Ci sono anche casi che vanno molto indietro nel tempo: una trentina di concessioni sono infatti scadute, senza mai essere state rinnovate, da oltre vent’anni. Le due più “vecchie” risalgono al 1976.

La situazione del cimitero

«Il cimitero di Albate - precisa il primo cittadino - è ora perfettamente digitalizzato e sono stati in questo modo recuperati ottant’anni di inefficienze. Abbiamo per prima cosa disegnato i cimiteri in 3d e poi associato un database. A quel punto, spazio per spazio, è stata verificata l’occupazione e ancora la validità di ogni singola concessione. In questo modo ora abbiamo tutti gli elementi per gestire al meglio il primo dei nove cimiteri».

Le operazioni di digitalizzazione totale delle concessioni proseguiranno ora anche nelle altre otto strutture cimiteriali, alcune delle quali (basti pensare al Monumentale) decisamente superiori in termini di spazi e di sepolture.

Da lunedì l’elenco delle concessioni scadute

Da lunedì per quanto riguarda Albate verrà pubblicato all’Albo pretorio (sul sito del Comune di Como) l’elenco delle concessioni scadute e verranno anche messi gli avvisi sulle singole tombe nel cimitero. Il passo successivo, infatti, come sottolinea Rapinese, «è quello di verificare la volontà dei parenti nel rinnovare la concessione». Cosa che, per quelle scadute da tanto tempo, significa anche il pagamento degli arretrati, che vanno qualche decina di euro fino ad alcune migliaia, ovviamente a seconda della tipologia della sepoltura (ossari, tomba normale, colombari, tomba di famiglia).

In caso contrario, trascorsi 90 giorni, sarà il Comune ad agire come ritiene. È tutto, ovviamente, regolamentato per legge e in caso «di mancata formalizzazione di qualsiasi volontà da parte dei familiari sulla destinazione dei resti mortali del proprio defunto entro il termine di 90 giorni decorrenti dalla data di pubblicazione in Albo Pretorio e di affissione al cimitero dell’avviso, con relativo elenco allegato delle concessioni scadute o in scadenza, si configurerà la fattispecie di disinteresse ai sensi del vigente Regolamento Comunale – Capo III». In pratica viene inteso «come assenso al trattamento previsto in via generale dal Comune, ivi compresa la cremazione. Il Comune, senza alcun ulteriore avviso, potrà programmare l’esumazione/estumulazione d’ufficio dei resti mortali e procedere alla successiva reinumazione degli stessi in campo indecomposti di Camerlata o nel caso in cui si fossero trasformati in resti ossei, si procederà alla loro raccolta nell’ossario comune del cimitero di esumazione/estumulazione».

Altre comunicazioni

Nei mesi scorsi erano stati messi sulle tombe anche una serie di avvisi per concessioni scadute anche al cimitero di Camerlata (577 relative a persone decedute tra il 1996 e il 2004) e lo stesso avviene anche in altri cimiteri, dove però non è ancora stata completata la ricognizione puntuale delle singole concessioni (anche quelle più vecchie) e non sono state digitalizzate completamente.

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