Coltellate in pancia all’amico: otto anni per tentato omicidio

Il processo Condannato comasco di 39 anni, i fatti il luglio scorso a Camerlata - Svegliatosi dopo una serata di bevute aveva colpito l’altro con cinque fendenti

Otto anni di condanna con lo sconto di un terzo della pena – in seguito alla scelta del rito abbreviato – per Stefano Pietroniro, 39 anni di Como, accusato dal pubblico ministero Giuseppe Rose del tentato omicidio del compagno di appartamento, Gianluca Garatti (58 anni), avvenuto nel luglio di un anno fa in via San Bernardino da Siena a Camerlata.

Le richieste

La decisione è stata presa dal giudice dell’udienza preliminare Maria Elisabetta De Benedetto, accogliendo le richieste della pubblica accusa.

Secondo quanto era stato ricostruito dalla procura, erano state almeno cinque le ferite inferte all’addome della vittima con un coltello da cucina. Il fatto di sangue avvenne all’interno di una casa dove i due abitavano insieme. Il pm titolare del fascicolo, in fase di indagine, aveva anche fatto effettuare una consulenza sulla mente dell’indagato, ricavandone una valutazione di capacità solo parziale di intendere e di volere che tuttavia lo rendeva compatibile con il carcere. Anche la difesa poi aveva chiesto al giudice un esame della mente dell’imputato che era stato concesso, arrivando tuttavia alle stesse conclusioni cui era giunto il consulente del pm.

Il ferito, tornando alla notte dei fatti, era stato trasportato d’urgenza all’ospedale e ricoverato in terapia intensiva al Sant’Anna, tenuto a lungo in prognosi riservata. Da qui le contestazioni, mai cambiate, relative appunto al tentato omicidio. L’arma del delitto era stata recuperata direttamente dagli agenti della polizia che erano intervenuti nell’appartamento di via San Bernardino da Siena, ed era poi stata posta sotto sequestro. Il sospettato era stato rinvenuto all’interno dell’appartamento che abitava con l’amico e non aveva saputo spiegare i motivi del suo gesto.

A chiamare i soccorsi era stata proprio la vittima, che aveva atteso il sopraggiungere del 118 e delle volanti tenendosi l’addome sventrato dalle coltellate. Secondo la ricostruzione, i due pare che avessero bevuto molto la sera precedente all’aggressione. Di certo quantomeno l’aveva fatto Pietroniro che poi era andato a dormire in camera da letto per svegliarsi e – senza apparente motivo – accoltellare l’amico all’addome mentre quest’ultimo, indifeso, era coricato sul divano e addormentato, inconsapevole di quello che stava per accadere.

I soccorsi

La vittima era stata soccorsa e portata d’urgenza in ospedale, ricoverata in Rianimazione. L’arrestato era invece stato portato in carcere. Pietroniro, ai primi soccorritori che aveva atteso seduto e con la sigaretta in bocca, aveva detto semplicemente di «aver fatto un brutto sogno». La vicenda si era trascinata poi per diversi mesi con evidenti risvolti meritevoli di approfondimenti psichiatrici sulla mente dell’indagato, per concludersi infine in queste ore con la condanna dell’imputato in primo grado ad otto anni, comprensivi dello scontro di un terzo della pena in seguito alla scelta del rito abbreviato fatta con il proprio avvocato.

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