Comaschi attaccati dai calabroni: tantissimi insetti in un tronco cavo. L’esperto: «Sono carnivori, la loro puntura è più dolorosa rispetto a quella delle api»

Il caso Tante persone attaccate dagli imenotteri su un sentiero in Valbasca, due finiscono al Pronto soccorso: erano tantissimi insetti, in un tronco cavo. L’esperto: «Più pericolosi delle api e il dolore causato è molto più forte»

Il nido è a circa quattro metri di altezza, all’interno di un tronco cavo che è la parte morta di un castagno spezzatosi in due. Non è possibile capire quanto possa essere esteso, ma senza dubbio i calabroni che lo abitano sono tanti e hanno trovato il modo negli ultimi giorni di farsi notare e sentire sulla pelle dei cittadini. Fin quando, nel tardo pomeriggio di domenica, i vigili del fuoco sono dovuti intervenire per mettere in sicurezza l’area della Valbasca – tra Como, Lipomo e Montorfano – che era stata interessata dall’invasione dei pericolosi insetti. Anche la polizia locale è stata allertata e il punto critico è stato delimitato, per impedire alla gente di accedervi. Nelle prossime ore il nido dovrebbe essere rimosso.

Che qualcosa non andasse, in quel punto del bosco della Valbasca, nella parte più vicina a Lipomo e Montorfano, lo si era capito già dalla scorsa settimana quando erano andati in scena interventi del 118 per cittadini punti proprio mentre camminavano nel bosco.

La vicenda

Ma il momento critico si è vissuto domenica, con ben tre persone attaccate che hanno dovuto chiedere l’aiuto di una ambulanza. Ma le vittime degli attacchi sono state, domenica, molte di più. Tra loro anche un padre che era in compagnia di due bambini e che in bicicletta stava percorrendo i sentieri della Valbasca. Per fortuna i due ragazzini erano davanti e sono passati vicino al nido nascosto nel castagno – che è proprio accanto al sentiero – prima che gli animali reagissero attaccando il malcapitato sopraggiunto dopo, che in questo caso è stato il padre punto da ben quattro calabroni e costretto poi a correre in farmacia per lenire il dolore dell’accaduto.

La prima segnalazione ai vigili del fuoco, nella giornata di domenica, è arrivata alle 13. Gli uomini di via Valleggio avevano inviato sul posto anche i colleghi del Saf, il Nucleo Speleo Alpino Fluviale per recuperare una ragazza di 35 anni che era stata punta.

Gli altri interventi erano poi stati alle 16 e l’ultimo in serata, dopo che altre persone avevano segnalato la presenza dei calabroni. Il nido dei pericolosi insetti è stato individuato poi a circa quattro metri di altezza nel tronco cavo di un castagno e che si trova ad un centinaio di metri da dove si imbocca il sentiero che collega la Valbasca al tracciato che fa il giro del lago di Montorfano.

La spiegazione

«I calabroni, come le vespe, sono carnivori ed attaccano perché sono predatori – dice al riguardo Mario Colombo, noto entomologo comasco – Rispetto alle api, che pungono solo per difendersi, sono dunque più pericolosi e la loro puntura molto più dolorosa». Ma che differenza c’è tra una vespa e un calabrone? «Semplificando al massimo potremmo dire la dimensione, perché un calabrone può essere anche tre volte grande rispetto ad una vespa. E’ una vespa cresciuta e anche più aggressiva, oltre che più scura. E, anche se in questo caso conta anche la reazione delle singole persone, la sua puntura è più pericolosa».

Anche il nido dei calabroni, rispetto alle api, ha una funzione diversa, quella di depositare le larve di nuovi insetti e non viene dunque utilizzato per immagazzinare cibo. Il nido della Valbasca, che come detto era molto vicino al sentiero, era però ben nascosto dentro al tronco e, hanno comunicato i vigili del fuoco, si è «pertanto reso necessario attivare la polizia locale per interdire l’accesso al parco nella zona tra il cimitero di Lipomo e il lago di Montorfano fino alla bonifica che avverrà nei prossimi giorni».

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