«Come togliere il tappo dalla vasca da bagno»: dati e foto del lago in secca

Reportage Barche in secca, basamenti e fogne a nudo: «Per molte specie ittiche compromesso il futuro», denuncia Simone Fraquelli, pescatore.

Mima persino il gesto nell’indicare ciò che avviene quando ad una comunissima vasca da bagno si toglie il tappo. «È quello che sta accadendo al nostro lago, con una differenza rispetto al passato e cioè che a luglio il livello, almeno sino alla terza decade del mese, si era sin qui tenuto su livelli accettabili», fa notare Simone “Scifo” Fraquelli, pescatore professionista di Ossuccio (papà Giulio è il decano dei pescatori del Lario), quando nella celebre Zoca d’Oli - incastonata tra l’isola Comacina e la Torre del Barbarossa in quel di Tremezzina - il sole ha da poco fatto capolino. «Sono preoccupato e c’è un’immagine che più di ogni oltre conferma questa mia preoccupazione, anche se è chiaro che la magra del Po fa più notizia», aggiunge Simone Fraquelli, mentre la sua lancia da pesca lascia la riva per documentare in presa diretta per “La Provincia” questa eccezionale magra del lago.

L’immagine è quella dei cinque scalini in cemento sotto l’Antiquarium di Ospedaletto di Ossuccio che a tutti gli effetti sono sospesi nel vuoto. Li sorreggono (ancora) un po’ di muratura e un paio di grossi sassi: «Lo definisco l’effetto “vasca da bagno”. Hanno di nuovo tolto il tappo al nostro lago, ma questa volta non ci sono pioggia e neve a compensare l’acqua che se ne va» chiosa. «Ci va di mezzo il turismo, perché le vecchie condotte fognarie che ora vengono a galla e che rilasciano odori nauseabondi non sono certo un bel biglietto da visita in piena estate. Ne pagano le conseguenze la Navigazione e i diportisti»

Indica un molo: «La fortuna - si fa per dire - è che le barche più a riva al momento poggiano sulla sabbia. E poi ci siamo noi pescatori che le conseguenze negative di questa situazione fuori controllo le pagheremo tra tre o cinque anni. Mi riferisco a quei pesci che hanno deposto a riva, tipo gli agoni, le poche e coraggiose alborelle che sono riuscite a sfuggire ai cormorani e i cavedani. Il lago ritirandosi ne ha compromesso il futuro. Che fine faranno le uova degli agoni senz’acqua? Va sempre peggio e ce ne accorgiamo ogni giorno. Non scopriamo certo nulla di nuovo dicendo che d’estate - ad agosto in particolare - il lago cala. Ma quando cala 7-8 o anche dieci centimetri in un giorno come si fa a non paragonare queste dinamiche a quelle di una comunissima vasca da bagno cui è stato tolto il tappo? Affido questa riflessione a chi ne sa più di me».

Lo scenario è davvero preoccupante, perché le rive ogni giorno guadagnano centimetri e lo si nota dalla melma che il sole cocente da qui a meno di ventiquattro ore asciugherà. L’allarme del lago che batte in ritirata, come detto, riguarda tutto e tutti, perché - esempio calzante - chi non si è premunito prima con i classici copertoni oggi si trova i motoscafi nelle darsene con le chiglie sui sassi. Pontili e moli a breve dovranno alzare “bandiera bianca” in via definitiva. E il raffronto con il passato, anche a livello visivo, è ben delineato. In meno di un mese il lago è sceso tra gli 80 ed i 90 centimetri, oggi (lo certifica laghi.net) siamo a 124,5 centimetri sotto la media stagionale.

«E dietro l’angolo c’è agosto, un mese in cui il livello del lago, salvo precipitazioni eccezionali, è destinato ad indietreggiare ulteriormente - la chiosa di Simone Fraquelli - Non so come andrà a finire. L’acqua del lago serve a tutti, a cominciare da chi qui sul territorio vive e lavora». Infine una curiosità: «Se ci fossero stati sabato scorso i fuochi sull’isola Comacina per la Sagra di San Giovanni, non so se i battelli, come da tradizione, sarebbero riusciti ad ormeggiare ai pali vicino alle rive. Sarebbe stata, a suo modo, una prima assoluta».

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