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Cronaca / Como città
Martedì 25 Febbraio 2025
Asili nido, anche la Cdo sta con Rapinese: «Scelta pragmatica, migliora la qualità»
Il dibattito Il presidente Marco Mazzone: «Sì alla coprogettazione e alla condivisione. Lo Stato? È evidente che da solo non ce la farà più. Il Terzo settore diventa fondamentale»
Abbandonare gli approcci ideologici «di cui siamo stati pieni e ne abbiamo visto i danni» e «guardare, con pragmatismo, la realtà».
Sono le parole di Marco Mazzone, presidente della Compagnia delle opere di Como, sulla scelta dell’amministrazione Rapinese di aprire le porte della gestione degli asili nido al Terzo settore abbandonando quella diretta. Linea contenuta nella delibera di giunta sulla programmazione per il prossimo anno scolastico e a cascata su quelli futuri, che dovrà ora arrivare in consiglio e già contestata dalle opposizioni di centrosinistra e di centrodestra.
Welfare motore di sviluppo
«È necessario un cambio di paradigma anche nel modo di approcciare – prosegue Mazzone – e quello che ha detto Mauro Frangi (presidente di Confcooperative Insubria, che nelle scorse ore pubblicamente si è espresso a favore del coinvolgimento del privato sociale, ndr) rappresenta anche il nostro sentire. Condivido pienamente le sue considerazioni e il problema non è, a mio avviso, lo schierarsi con il sindaco o meno, ma avere un approccio pragmatico e realista». Il numero uno della Cdo entra poi nel merito: «Il problema non è nemmeno la privatizzazione dei servizi per la diminuzione dei costi, chiaro che va fatto anche quello, ma di approccio metodologico che è giusto guardi alla coprogettazione e alla condivisione. Recentemente è stato presentato il Rapporto di Fondazione sussidiarietà alla Banca d’Italia e il governatore Panetta diceva che il welfare è da considerare come motore dello sviluppo economico e il rapporto tra stato e società civile va visto come possibilità enorme di sviluppo. Inoltre il professor Vittadini afferma che investire sullo stato sociale non è solo dovere di solidarietà, ma serve a costruire società più coese, resilienti e a dare una crescita economica più stabile». Mazzone chiarisce ulteriormente: «Guardando con realismo alle condizioni demografiche che abbiamo, è evidente che lo Stato non ce la farà più da solo e mettere in atto rapporti di coprogettazione con il Terzo settore, che ha una ricchezza enorme, è fondamentale e migliorerà i servizi».
Qualità a rischio?
«Non è vero – prosegue – che la qualità va al ribasso, anzi. La molteplicità dell’offerta la rende migliorativa e, da questo punto di vista, un approccio sussidiario con la ricchezza del Terzo settore con tutti i parametri di performance che rappresenta, non può che migliorare servizi, crescita e sviluppo economico del territorio. Serve un approccio non più ideologico, ma realistico».
Mazzone invita poi a «fugare la questione della privatizzazione, che con il Terzo settore non persegue l’interesse privato, ma l’interesse pubblico declinato nella realtà sociale. Parliamo di un sistema di realtà sociali non statali che fanno interesse pubblico (...) Quello che si vuol fare sui nidi è la direzione giusta. Il Comune parte dai costi? È un’opportunità per mettere al centro la persona. Ci aspettiamo da questa amministrazione ancora più coinvolgimento e non solo per il welfare. Chiediamo un passo in più di ascolto con i cittadini».
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