Le scuole da chiudere: bocciato dal Comune il referendum dei genitori

Il caso La giunta ha approvato ieri una delibera nella quale è stato espresso parere di non ammissibilità dei quesiti

Como

Non ci sarà alcun referendum sulla chiusura dell’asilo Carluccio e sulle elementari di via Perti in quanto la giunta ha dichiarato «inammissibili» i due quesiti (uno era stato indicato dal Comitato promotore come alternativo all’altro). La giunta ha infatti approvato ieri una delibera nella quale è stato espresso parere di non ammissibilità dei quesiti anche sulla base del parere vincolante della commissione di esperti (il segretario generale Roberta Avogadro, la consigliera di maggioranza Loredana Avogadro e la collega di opposizione Patrizia Lissi), che si è riunita lo scorso 2 dicembre.

Nel dettaglio i genitori chiedevano di consultare i cittadini attraverso l’indizione di un referendum comunale con questa domanda: «Siete favorevoli che il consiglio comunale adotti una delibera avente ad oggetto la creazione di un unico “polo” scolastico di scuola d’infanzia e primaria presso la scuola attualmente denominata “N. Sauro” previa adeguata ristrutturazione dei locali?». Gli stessi promotori avevano presentato anche un’alternativa: «Siete favorevoli che il consiglio comunale valuti l’adozione di una delibera finalizzata a consentire che ai bambini che attualmente frequentano la scuola dell’infanzia “Carluccio” e la scuola primaria “N. Sauro” di concludere il ciclo educativo e scolastico, posticipando rispettivamente all’anno scolastico 2027/2028 e 2029/20230 la chiusura dei plessi?». Come detto entrambi i quesiti sono stati giudicati non ammissibili per una serie di ragioni in base allo Statuto comunale e all’apposito regolamento. In particolare la competenza sul tema, secondo la maggioranza della commissione di esperti, non è del consiglio comunale come richiesto dall’articolo 14 dello Statuto ma della giunta e, inoltre, l’atto autorizzativo finale non è del Comune di Como, ma della Regione Lombardia (che ha approvato nelle scorse settimane la delibera che raggruppa tutto l’assetto scolastico per il prossimo anno).

«Non ho minimamente partecipato ai lavori – commenta il sindaco Alessandro Rapinese - né della commissione né ne avevo parlato con la mia consigliera Avogadro prima della loro riunione. E questa mattina (ieri, ndr) non ero neanche in giunta in quanto avevo un incontro in prefettura. Questa storia del referendum mi è assolutamente neutra, anzi mi sarebbe piaciuto vedere lo schiacciante consenso che ha la mia proposta. Peccato che non ci sarà». Poi aggiunge: «Diciamo che l’unico referendum che mi interessa è quello che si terrà nei cartoni dove verranno infilate le schede elettorali nell’estate del 2027 dove la domanda sarà la seguente: volete che tornino i bla bla bla nullafacenti al governo o volete altri 5 anni di progresso?».

Poche parole in serata dal referente del comitato genitori, Vincenzo Falanga, per commentare la bocciatura arrivata ieri: «Il comitato ha provato tutte le strade possibili per cercare una soluzione alternativa alla chiusura dei due plessi del centro di Como, purtroppo non ci viene data alternativa. La nostra proposta di consultazione cittadina era per aprire una discussione seria e ragionata sul futuro della nostra città, nell’interesse dei bambini, delle famiglie e della città di Como».

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