Città turistica, ma senza campeggio: «Siamo sommersi dalle richieste»

Viaggi low cost Camper lasciati dappertutto, tende nei giardini pubblici e nessuna struttura - Tutto pieno al camping di Montorfano, l’assessore Colombo: «Faremo nuove aree di sosta»

Camper nei parcheggi dei supermercati, in fondo a viale Geno, a Prestino o Tavernola, ovunque ci sia lo spazio sufficiente non solo per posteggiare il mezzo ma spesso anche per improvvisare picnic. E poi tende dove capita, persino dietro il Tempio voltiano o sulla passeggiata di Villa Olmo.

Non è solo turismo selvaggio: è che Como, da un anno, cioè da quando è stato chiuso quello di Lazzago (che non era a norma) non ha più un campeggio, e a dispetto dell’assalto dei turisti ha una dotazione di sole 14 piazzole per i camper, dieci a Tavernola e quattro all’Ippocastano.

I numeri

Un po’ poco, anche volendo ammettere che la vocazione del nostro turismo non è certo popolare e guarda piuttosto alla fascia alta e altissima del mercato. Non per nulla camping e ostelli, nel generale boom dell’accoglienza, sono quelli che sono cresciuti di meno: erano 34 nel 2001, sono diventati 45 nel 2010 e più o meno così sono rimasti.

Eppure dove la capacità ricettiva c’è si lavora alla grande, segno che forse se ci fossero le strutture arriverebbe anche un turismo meno sfacciatamente ricco - ma non per questo poco interessante. È il caso dell’Ostello bello di viale Rosselli, realtà vivacissima che da anni raccoglie un turismo giovane. Ma anche dell’ostello di Villa Olmo, che ha riaperto, ristrutturato, un paio di settimane fa dopo anni di chiusura e funziona già alla grande: ieri 32 dei 55 posti letto erano occupati, soprattutto da stranieri.

Il gestore

La cartina di tornasole di un mercato che avrebbe tanto da dire è l’esperienza del camping di Montorfano, il più vicino a Como e il primo che si incontra arrivando dalla Svizzera: «Mando via gente tutti i giorni - dice Alessio Passerini, uno dei titolari - Arrivano disperati dicendo di trovargli un posto, ma io da luglio in poi sono sempre pieno. A Como ci sarebbe un gran bisogno di strutture, anche perché chi arriva dal nord Europa e viaggia verso sud cerca di non pernottare in Svizzera, dove i prezzi sono molto più alti».

Ne sa qualcosa anche Daniele Gini, presidente del Camping club Como, associazione che da oltre 50 anni promuove la cultura del campeggio. «È una cosa incredibile, quest’estate avrò ricevuto 30-40 richieste di prenotazioni di gente che mi trova su internet e scambia l’associazione per un camping - racconta - Per questo una decina di giorni fa ho scritto al Comune facendo presente che a Como c’è un gran bisogno di un camping. Noi siamo a disposizione per dare la nostra consulenza, come già avevamo fatto con la Giunta Lucini per l’area di Tavernola, perché non basta fare un posteggio, bisogna conoscere le necessità di un camperista. L’ideale sarebbe se recuperassero la struttura di Lazzago, che è grande e collocata strategicamente dal punto di vista logistico».

Il Comune invece sta pensando a Casate, nell’area del palazzetto del ghiaccio, il progetto è creare un’area camper da una quarantina di posti: «In realtà Como un camping vero non lo ha mai avuto - precisa Enrico Colombo, assessore al Turismo - perché quello di Lazzago non era certo una struttura adeguata. Però è giusto che la città si attrezzi per accogliere turisti di tutti i livelli, da quelli “alto spendenti” a quelli che preferiscono soluzioni più semplici. Anche perché il camper è tornato di moda. Como, da questo punto di vista, non è assolutamente attrezzata: per questo stiamo pensando di creare una serie di aree di sosta tutto intorno alla città, nei pressi delle uscite dell’autostrada e in presenza di collegamenti ferroviari o del Tpl. Probabilmente il primo sarà a Casate, vicino al palazzetto, pensiamo a una quarantina di posti - ma è in corso la valutazione dei flussi e del fabbisogno».

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