Cronaca / Como città
Martedì 06 Agosto 2024
Como, seduta lampo del consiglio comunale: senza le minoranze non ci sarebbe stato il numero legale
Palazzo Cernezzi Cinque assenze nella lista Rapinese, ma la regolarità della seduta è stata garantita dall’opposizione. Approvato provvedimento per i debiti legati alla pulizia del lago dai detriti. Silenzio sul caso Cariplo
Un consiglio comunale inedito, quantomeno dall’inizio del mandato della giunta a guida Rapinese, sostenuta da una compatta maggioranza. Maggioranza che questa sera, lunedì 5 agosto, però, priva di cinque consiglieri, assenti giustificati dal presidente del Consiglio Fulvio Anzaldo (si trattava di Davide Bernasconi, Emilio Casati, Gaia Tagliabue, Patrizia Tagliabue e Silvia Zanotta) come raramente accade a Palazzo Cernezzi da due anni a questa parte ha avuto bisogno della minoranza pergarantire il numero legale e quindi la validità della seduta del consiglio comunale.
La seduta era stata convocata d’urgenza per votare il riconoscimento di debiti fuori bilancio - per un totale di 71mila euro - relativi agli interventi che sono stati realizzati tra l’8 e il 24 luglio per la pulizia del lago dai detriti (quasi 900 tonnellate, come ha spiegato ieri sera l’assessore Michele Cappelletti, che tra le sue deleghe ha anche quella a Protezione civile e Ambiente) accumulatisi nel bacino antistante la città, dopo le alluvioni del mese scorso.
Il provvedimento è stato approvato all’unanimità (21 i presenti in totale), ma le minoranze non hanno fatto passare sotto traccia l’assenza dei colleghi di maggioranza.
Le minoranze: «Senza di noi, seduta non valida»
«Sono contenta che abbiamo garantito il numero legale, questa sera» ha dichiarato per prima la consigliera del Partito Democratico Patrizia Lissi, durante un intervento preliminare. Una constatazione simile è arrivata anche dal consigliere Stefano Legnani (Pd): «Ringraziamo i gruppi di minoranza che hanno deciso di garantire il numero legale in questa serata vista l’importanza di questo argomento e per evitare di dover convocare il consiglio nuovamente domani, con tutti i conseguenti costi che ci sarebbero stati, quindi per un senso di responsabilità, di fronte a una scelta politica fondamentale dell’ente».
Alle esternazioni dei consiglieri di minoranza ha risposto però non tanto la maggioranza, quanto un altro consigliere di minoranza, Lorenzo Cantaluppi di Fratelli d’Italia: «Lo stesso senso di responsabilità di garantire il numero legale stasera mi sarebbe piaciuto vederlo anche durante lo scorso mandato, quando ricordo i consiglieri del Partito Democratico affacciati all’uscio che ridevano».
Ha confermato la volontà di essere presente per rendere valida la seduta la consigliera della Lega, Elena Negretti, che ha ricordato, per via della passata esperienza personale nell’esecutivo, le difficoltà che il Comune si trova ad affrontare in caso di maltempo quando si accumulano grandi quantità di detriti nel bacino. Non solo, Negretti ha ricordato gli interventi fatti in quella stessa aula dall’allora consigliere di minoranza Alessandro Rapinese, che secondo Negretti avrebbe sottolineato in più occasioni la necessità da parte della giunta di cui la leghista faceva parte di intervenire prontamente e nell’immediato per garantire che i costi della pulizia del lago non ricadessero sul solo Comune di Como.
Compartecipazione alle spese della pulizia dei detriti dal lago
Un tema, questo, che è tornato all’ordine del giorno nel corso del mese di luglio, quando, per via delle forti alluvioni e degli intensi temporali che hanno colpito tutta la provincia, interi alberi e tantissimi altri detriti si sono riversati da torrenti, fiumi e pendii montuosi nel Lario, finendo per essere trasportati, come spesso accade, dalle correnti proprio fino al bacino lacuale situato di fronte alla città. Un elemento che è stato sottolineato tanto dall’assessore Cappelletti, quanto da Legnani del Pd. «Aprica e le altre società con cui lavora, subito l’8 di luglio si sono messe all’opera per far fronte all’alluvione ma si è subito capito che i detriti che arrivavano nel lago dagli affluenti erano veramente tanti». Così tanti che l’attività del battello spazzino non è bastata questa volta e si è reso necessario l’utilizzo di una chiatta, noleggiata dal Comune, per togliere i tronchi dall’acqua tramite una ruspa e accumularli sul lungolago, dove poi sono stati rimossi dai lavoratori del Comune aiutati dai volontari.
Alle domande delle minoranze sulla ripartizione con gli altri Comuni comaschi affacciati sul Lario delle responsabilità economiche per la pulizia, il sindaco Alessandro Rapinese ha risposto che si sta lavorando, insieme al dirigente Antonio Ferro, per la concreta attuazione di una recente normativa. «Nelle misure d’emergenza deve intervenire la Provincia, sulla base di questo principio l’amministrazione ha già manifestato alla Provincia la necessità di intervenire in condizioni specifiche. La posizione del Comune non è cambiata sulla compartecipazione alle spese - ha aggiunto poi, rispondendo alla richiesta della consigliera Negretti circa l’attuazione della spartizione dei costi della pulizia con altri Comuni - Se dovesse trovare attuazione questa nuova norma della Repubblica, questa dinamica dovrebbe essere interrotta e troveremmo risorse direttamente dai contribuenti della Provincia».
Preliminari del consiglio: domande senza risposta
Tra gli interventi preliminari della serata - il consiglio si è concluso nel giro di appena un’ora - ci sono state alcune domande dei consiglieri di minoranza rimaste senza risposta. Tra queste, la richiesta avanzata dalla consigliera Lissi su eventuali novità relative al bando per la riapertura dell’edificio di proprietà comunale situato in via della Conciliazione, a fronte di quella che la consigliera del Pd ha definito «emergenza abitativa in città». Il consigliere Legnani (Pd) ha avanzato invece richieste provenienti da alcune famiglie di Ponte Chiasso e Monte Olimpino circa la situazione in cui versano la scuola di via Amoretti e l’asilo di Ponte Chiasso. Infatti, mentre i lavori della prima dovranno proseguire fino a primavera - secondo quanto sostenuto dall’assessore Cappelletti, nel corso del consiglio comunale svoltosi una decina di giorni fa, per via di alcuni ritardi dell’azienda - la seconda sarebbe dovuta essere chiusa già da settembre, con trasferimento dei bambini frequentanti a Sagnino oppure proprio in via Amoretti, a Monte Olimpino.
Cariplo e Anselmi? Nessuno ne parla
Nessuna parola, né dai consiglieri di minoranza, né da quelli di maggioranza o da sindaco e assessori è stata pronunciata circa le due questioni politiche di maggior rilievo degli ultimi giorni, ovvero l’esclusione del progetto proposto dal Comune al bando di Fondazione Cariplo per la riqualificazione dei musei cittadini e le dimissioni presentate dall’assessore Nicoletta Anselmi, che ha rivestito fino a settimana scorsa un importante incarico a Palazzo Cernezzi, occupandosi della delega al Personale. Temi, forse, su cui si tornerà a discutere con la fine dell’estate.
Assenze ieri anche tra i gruppi di minoranza: tutti i consiglieri di Svolta Civica (Barbara Minghetti, Vittorio Nessi e Luca Vozella) e di Forza Italia (Giordano Molteni e Alessandro Falanga), oltre a un consigliere del Pd, Stefano Fanetti, e a un consigliere di Fratelli d’Italia, Antonio Tufano.
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