Cronaca / Como città
Martedì 03 Marzo 2020
Como, Coronavirus
Positivo, fugge in taxi
dal S. Anna: preso
Nei guai un malato della provincia di Bergamo. L’autista, che non sapeva nulla, adesso è in quarantena
Si era stancato di restare isolato in un ospedale lontano da casa e dai suoi cari. Lui, dopotutto, si sentiva bene e non capiva il motivo per cui dovesse restare ancora ricoverato nel reparto di malattie infettive. E così ha deciso che, a dispetto di una diagnosi di positività al Coronavirus e di tutte le cautele e le misure di prevenzione che in questi giorni stanno cambiando - per evitare la diffusione del contagio - le abitudini di tutti, fosse giusto andarsene autonomamente dal Sant’Anna. Ha quindi chiamato un taxi, si è fatto venire a prendere sotto l’ospedale ed è tornato a Casnigo, in val Gandino, una ventina di chilometri a Nord-Est rispetto a Bergamo.
Verso la denuncia
L’uomo, 71 anni, rischia ora una denuncia a piede libero da parte dei carabinieri con l’accusa di epidemia colposa. Ma il suo colpo di testa potrebbe anche riservargli altri guai, qualora lo sventurato taxista che - all’oscuro di tutto - lo ha accompagnato a casa, dovesse ammalarsi.
La storia, che ha dell’inverosimile, si è invece verificata davvero nella mattinata di ieri.
Il paziente era stato trasferito la scorsa settimana dalla Bergamasca a Como assieme a un altro malato di Coronavirus proveniente dalla provincia orobica: uno ricoverato in rianimazione, lui in isolamento in una stanza del reparto di malattie infettive a San Fermo.
Durante il giro del mattino, quello delle cinque e mezza, l’infermiera in servizio nel reparto ha verificato che il paziente - non l’unico positivo al Coronavirus in cura nello stesso reparto del Sant’Anna - fosse regolarmente nella sua stanza. Poi, quando più tardi i sanitari hanno effettuato il tradizionale giro tra le persone ricoverate, hanno scoperto che il pensionato di Casnigo non era più nel suo letto. E non si trovava più neppure in reparto. Immediatamente è scattato l’allarme e la segnalazione ai carabinieri. I militari di Como hanno contattato i colleghi di Bergamo che, in tarda mattinata, hanno raggiunto il fuggitivo nella sua abitazione.
Caccia al paziente
Si è quindi scoperto che l’uomo, dopo il giro di controllo, ha raccolto le sue cose ed è uscito dal reparto. È sceso in strada, non prima di aver contattato il servizio taxi. Quindi ha aspettato l’arrivo dell’auto all’esterno del Sant’Anna e, incurante del chilometraggio e del conto finale del tassametro, si è fatto riaccompagnare fino a casa.
Quando è scattato l’allarme dall’ospedale, i carabinieri da un lato hanno cercato di raggiungere a casa sua il paziente - che sembra essersi limitato al viaggio in taxi, con arrivo diretto fino all’abitazione dove si era chiuso dentro - e dall’altro hanno cercato l’autista che, suo malgrado, lo ha accompagnato fino a Casnigo. L’uomo, un taxista di Cernobbio, ha deciso di mettersi per sicurezza in quarantena volontaria. Dove, probabilmente, nei prossimi giorni potrebbe esaminare la possibilità di chiedere i danni al pensionato bergamasco per i giorni di lavoro persi a causa della fuga dal reparto di malattie infettive.
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