«Capitale cultura, corriamo insieme». Varese chiama. E Como: «Parliamone»

Verso il 2030 L’idea del presidente varesino Magrini sulla falsariga dell’esperienza di Gorizia - Punta a coinvolgere anche Lugano. Bongiasca e Rapinese non chiudono: «Ora approfondire»

La Provincia di Varese, con il suo presidente Marco Magrini lancia l’idea di Varese-Como-Lugano per ottenere il titolo di capitale della cultura per il 2030. Il modello potrebbe essere quello transfrontaliero che ha visto, ad esempio, per quest’anno l’unione tra Italia e Slovenia per la prima capitale europea della cultura e, quindi, tra Gorizia e Nova Gorica, ma da attuare attraverso la Regio Insubrica. «Noi abbiamo ottenuto un finanziamento Cariplo su “Varese cultura 2030”, un progetto di rete e di sistema e mi piacerebbe avviare un processo con la P rovincia di Como e fare un ragionamento anche con Lugano. Porterò la proposta al tavolo della Regio Insubrica». Magrini parla di un «progetto internazionale in cui io credo e anche fortemente». E aggiunge: «Bisogna guardare oltre il proprio angolino e già Milano-Cortina nel 2026 potrebbe essere il momento per lanciarlo. Bisogna aprire le porte e le finestre mettendo insieme realtà importanti e sarà una bella sfida».

Collaborazione «benvenuta»

Dal canto suo il numero uno di Villa Saporiti Fiorenzo Bongiasca commenta dicendo: «Sono favorevole a tutto quello che può servire a costruire qualcosa di importante. È chiaro, però, che bisognerà parlarne e approfondire la cosa e credo lo si possa fare già nella prossima riunione della Regio Insubrica». Da Lugano il vicesindaco Roberto Badaracco è intervenuto su Tvsvizzera.it sulla proposta con qualche perplessità: «La collaborazione tra città è benvenuta, ma non sappiamo concretamente come Lugano possa collaborare visto che si tratta della Capitale italiana della cultura». E ha poi rilanciato: «Sicuramente, per Lugano, potrebbe essere una sfida interessante la candidatura a Capitale svizzera della cultura prevista proprio nel 2030. In tal caso un’eventuale vittoria creerebbe il contesto ideale per una collaborazione con Varese».

Parere favorevole a collaborare, ma non incondizionato, arriva dal sindaco di Como Alessandro Rapinese: «Noi siamo aperti al 100%, ma trovo un piccolo problema di natura logica, in quanto non mi risulta che Lugano sia in Italia e che, quindi, difficilmente potrà essere capitale italiana della cultura. In ogni caso noi collaboriamo con Lugano, con cui abbiamo un ottimo rapporto, ma non per la capitale nazionale della cultura, cosa che Como con tutte le attività che sta portando avanti, ha già nel mirino con l’assessore Colombo». Poi aggiunge: «Con Lecco e Varese, antichi territori della provincia di Como, c’è indubbiamente interesse a collaborare anche perché siamo impegnati nella sfida enorme degli European master games del 2027».

Una meta di interesse mondiale

Il primo cittadino comasco conclude dicendo: «Siamo diventati una meta di interesse mondiale, tant’è che sempre più spesso si sente parlare di persone che sanno ben collocare geograficamente Como ma non Milano ed è evidente, visti i risultati delle occupazioni alberghiere, che abbiamo bisogno di ampliare l’offerta e, non a caso, con i Master Games Lecco e Varese sanno già che riceveranno parecchi atleti nei loro territorio perché Como è già piena. Come nell’ambito sportivo, dove si è scelto il nome “Como Lake 2027”, il brand di Como può essere utile anche per la cultura. Parliamone, noi ci siamo e magari si può capire che se ognuno va per i fatti suoi sprechiamo energie. È però evidente a tutti che la centralità di Como non può essere per nessuna motivazione politica, come forse è avvenuto in passato, più occultata. Non conviene a nessuno».

© RIPRODUZIONE RISERVATA