
Cronaca / Como città
Lunedì 17 Febbraio 2025
Giovani in fuga dalla ristorazione, calano gli iscritti ai professionali
Lavoro Professione sempre meno attrattiva, dal Covid in pochi un progressivo declino - Finita la bolla alimentata dai talent televisivi. Eppure si tratta dei profili più richiesti a Como
Sempre meno iscrizioni alle classi prime nell’ambito della ristorazione, ma chi lo fa è più motivato rispetto al passato e per una scelta più consapevole. Resta però un problema: manca il personale in alberghi e ristoranti e le prospettive non sembrano incoraggianti, anche in considerazione del calo demografico che inizia a farsi sentire.
Le iscrizioni al prossimo anno scolastico si sono chiuse da pochi giorni e, pur tenendo in considerazione che nelle prossime settimane ci sarà ancora qualche movimento, i dati comunicati dalle scuole evidenziano un ulteriore calo di aspiranti cuochi, camerieri, pasticceri e panettieri: i tempi in cui c’erano le code, insomma, sono un lontano ricordo.
La svolta
La “crisi” del settore è iniziata nel periodo del Covid, prima del quale c’era stato un vero e proprio boom spinto anche dalla potenza mediatica delle trasmissioni Tv che presentavano ai ragazzi il lavoro dei sogni, ma poi la bolla è scoppiata. «Tendenzialmente, rispetto agli anni precedenti, sono mancate 6 o 7 iscrizioni, c’è questo calo nella ristorazione – evidenzia Ilenia Brenna, direttrice dell’Enaip -. Questo in generale, anche nelle altre nostre sedi. La sede di Como comunque è abbastanza in linea: è vero che le iscrizioni sono chiuse, ma fino al 5 marzo abbiamo ancora accettazioni e seconde scelte, quindi potrebbero arrivare altri ragazzi. Poi ci sono i drop out, studenti che sbagliano scuola e arrivano da noi, questo incrementa il numero di chi l’anno prossimo frequenterà la prima. C’è invece stato un grandissimo exploit nell’informatica dove dovremo fare una selezione avendo una sola classe, bene anche il legno e gli altri indirizzi sono in linea. Come Enaip Lombardia, stiamo avendo un boom di richieste nella meccanica d’auto. Acconciatura e benessere tiene sempre».
La tendenza
Il calo nella ristorazione non è certo un fulmine a ciel sereno. «Già da qualche anno la ristorazione è un po’ in sofferenza, non ha più quell’appeal rispetto agli anni precedenti e mi riferisco a prima del Covid – aggiunge ancora Brenna -. Secondo me sono tanti fattori che incidono; sicuramente il tema dell’orario, delle giornate libere anche se sul territorio di Como molti alberghi stanno cambiando tantissimo le modalità, ma la ristorazione è comunque un impegno. Se fai cuoco, sala, panettiere o pasticcere c’è un bel sacrificio della vita privata. Forse il boom di prima era troppo: è giusto che ci sia anche una qualità, cerchiamo di fare il meglio e vediamo. Sicuramente anche il calo demografico in vista preoccupa. Di certo il nostro territorio ha tanto lavoro da offrire in questo ambito». Non solo convincere i ragazzi a prendere questa strada, ma far capire anche alle aziende che serve un cambio di marcia rispetto al passato, offrendo una migliore qualità della vita ai propri lavoratori, o sarà sempre più difficile: di questo è convinta Antonella Colombo, direttrice del Cfp di Monte Olimpino. «Le iscrizioni in generale sono andate bene perché il settore benessere ha compensato, ma la cucina ha il calo – conferma Colombo -. Una diminuzione già registrata da un po’ di anni e che sta continuando. Per le prime annualità avremo comunque due classi, il calo sarà nel numero di allievi di ciascuna classe. La cosa positiva è che sono più motivati, la scelta è consapevole. Gli scorsi anni erano forse influenzati dalla tv, ora invece vengono agli open day, nei laboratori e poi si iscrivono. Prima per un 20% degli studenti era una scelta caduta dall’alto, non con piena consapevolezza di cosa si andava a fare».
Fondamentale, come detto, il rapporto con il mondo del lavoro. «Noi il 10 marzo faremo un incontro con le aziende, il problema va analizzato da lontano: i ragazzi hanno la sensazione che si tratti di lavori duri e frustranti, ma forse partendo già dal tirocinio con le aziende si può far cambiare loro idea, bisogna capire che le nuove generazioni sono diverse, anche quindi verso un miglioramento della percezione della figura professionale. I ragazzi vanno seguiti in maniera diversa e formati. Il settore deve rinnovarsi dal punto di vista organizzativo, o sarà sempre peggio».
© RIPRODUZIONE RISERVATA