«Lasciateci in via San Bernardino». I residenti portano il caso dal giudice

Il caso Due coppie e una donna di 90 anni rifiutano le case proposte da Aler: «Sono inadatte» - Ma le associazioni restano. Comune denunciato per non aver posizionato i pannelli antirumore.

Prosegue la vicenda dei residenti di via San Bernardino, cui Aler, ha ingiunto il trasferimento, tra chi pur non volendosi spostare si è alla fine deciso ad accettare propost alternative e chi, invece, ancora non ha intenzione di muoversi.

Dei quindici nuclei familiari che risiedono nei condomini affacciati sul viadotto dei Lavatoi, a Camerlata, cinque sin da fine novembre avevano espresso la volontà di restare, nonostante la lettera che aveva fatto seguito a un’indagine di Aler. Indagine avvenuta su richiesta dell’amministrazione comunale che già la scorsa primavera aveva previsto lo spostamento delle famiglie in quanto la schermatura fono assorbente da garantire tra il condominio e il viadotto dei Lavatoi, per decreto dei tecnici dell’Arpa, era troppo onerosa per le casse del Comune. Nella lettera Aler riportava di aver rilevato negli appartamenti l’assenza di «sicurezza e salubrità necessarie per garantire la salute di chi vi risiede». Una di questi residenti, la più anziana, ha deciso invece di accettare il trasferimento. A Vittoria Colombo, 97 anni, infatti è stato proposto di essere spostata a pochi numeri civici di distanza, in altre case popolari che si trovano in via San Bernardino, da poco ristrutturate. Il Comune si era impegnato, come ribadito anche dal sindaco Alessandro Rapinese, in consiglio comunale a coprire gli eventuali costi del trasferimento.

«Alternative non adeguate»

Diversa la questione per Rosanna Mornata, 90 anni, e residente in via San Bernardino dal 1957. «Ci hanno proposto altre case - specifica il figlio, Danilo Ferrario che già a fine novembre aveva ribadito come l’abitazione della madre necessitasse solo di qualche aggiustamento a livello di impianto elettrico e di serrature - ma nessuna era adeguata alla situazione di mia mamma -. In un caso si trattava addirittura di un appartamento al quinto piano, in un condominio senza ascensore».

Nel caso degli altri residenti che si erano espressi contro l’ipotesi di trasferimento (Emanuele Caso con la moglie e Vilma Checchi con il marito Augusto Mornata), assistiti dall’avvocato Andrée Cesareo, la vicenda è finita in tribunale.

Il contenzioso

I residenti infatti hanno denunciato il Comune accusandolo di non aver fatto nulla nei due anni intercorsi dalla chiusura della precedente denuncia - avanzata dal solo Caso - tanto che la situazione nei condomini ai civici 32 e 32/a di via San Bernardino è tuttora critica per via dei forti rumori provenienti dalla strada.

Anche questa denuncia però è stata archiviata (il trasferimento proposto dall’amministrazione è stato considerato come una possibile soluzione), ma a questa archiviazione i residenti si sono opposti adducendo diversi elementi. Tra questi, il fatto che il trasferimento dei nuclei familiari è stato giustificato come necessario da parte di Aler per permettere la «ristrutturazione totale» dei due stabili, ma a due associazioni del Terzo Settore viene permesso di restare nei condomini. Sull’opposizione all’archiviazione si attende la pronuncia del Gip, ma nel frattempo la data del trasferimento - sinora bonario, ma che potrebbe anche tramutarsi in forzoso - che non è mai stata specificata con chiarezza da Aler e Comune, sembra avvicinarsi sempre più.

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