Don Giusto: «Nirvana, morte scandalosa, Aveva una croce con scritto “Salvatemi”»

L’addio A Rebbio i funerali della donna trovata morta in casa dopo un anno, in pieno centro - «Riflettiamo su quanto accaduto ed evitiamo che accada ancora. Non lasciamo solo nessuno»

«Per Natale, non lasciamo da solo nessuno». Con questa invocazione pronunciata davanti alla bara di Nirvana Brkic, la donna morta in solitudine in pieno centro (via Cesare Cantù, a due passi da Porta Torre) e trovata per caso un anno dopo il decesso, don Giusto Della Valle ha concluso ieri il funerale nella chiesa parrocchiale di Rebbio. Un funerale che – da quanto si è appreso – è stato pagato da un benefattore che ha voluto mantenere l’anonimato, mentre la tumulazione è stata a carico del Comune, ieri rappresentato dal vicesindaco Nicoletta Roperto. Tra i fedeli che hanno voluto salutare Nirvana (non meno di una cinquantina) anche la consigliera del Pd Patrizia Lissi.

Ma è stato proprio don Giusto, nel corso dell’omelia, a svelare un particolare che rende questa storia di tristezza e solitudine, ancora più sconvolgente: «Nirvana è stata trovata dai soccorritori con un crocifisso e una scritta a matita “salvatemi”».

«Era una donna di fede, aveva una statua della Madonna in casa – ha proseguito il parroco di Rebbio, che ha voluto una messa cantata per quella donna nata a Fiume, di 57 anni, morta tra l’indifferenza di tutti – Riflettiamo sullo scandalo del suo decesso, in solitudine, una morte che potremmo definire ignobile. Una morte che richiama altre morti simili, senza sepoltura, quelle di chi muore in mare, di chi muore sulle rotte balcaniche, dei giovani soldati che non vengono riconsegnati all’abbraccio delle madri. Tutti hanno diritto ad una sepoltura degna, in ogni parte del mondo, perché la volontà di Dio è che nessuno si perda».

Don Giusto, prima di lasciare che Nirvana proseguisse il proprio cammino fino al cimitero di Camerlata dove è stata poi seppellita in terra, con una croce di legno e con un cartello con scritto il suo nome, ha puntato anche gli occhi sulla nostra città, «bella, ricca, con tanti turisti che accogliamo bene», «Como messaggera di pace, gemellata sia con Israele sia con la Palestina». «Ma cosa fa veramente la qualità di una città? - è stata la provocazione rivolta ai fedeli – La vicinanza alle persone fragili, l’ascolto del grido di chi è in solitudine, questo è il modello che vorrebbe Dio per una città accogliente. Quello che è accaduto a Nirvana non deve più accadere... Non sono stati trovati i suoi parenti, speriamo che possa ritrovarli ora in Paradiso. Che il suo corpo sfigurato in questa morta ignobile, possa far festa con Dio». Infine l’invito ai presenti: «Non lasciamo da solo nessuno, in questo Natale».

Il feretro di Nirvana ha poi lasciato la chiesa di Rebbio, per proseguire il suo cammino fino al cimitero di Camerlata. Riposerà a non più di cento metri, in linea d’aria, da dove giace Marinella Beretta, la cui storia aveva anticipato quella di Nirvana nel 2022, anche lei morta senza parenti accanto, trovata due anni dopo. Sulla tomba di Marinella, ieri mattina, c’era un vaso di fiori viola appena posato. Qualcuno non si sta dimenticando di lei. La speranza è che la stessa cosa possa accadere anche con Nirvana.

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