Il lungolago fa ancora discutere: «Molto meglio quello di Lecco»

La provocazione L’ex assessore: «A Como frattura evidente tra lago e città - L’ossessione tecnocratica ha portato ad ignorare gli aspetti umani e storici»

Como perde il derby (non certo quello calcistico vista la differenza di campionati) del nuovo lungolago con... Lecco. A lanciare la provocazione è l’ex assessore della giunta Lucini Bruno Magatti, tanti anni in consiglio comunale con Paco nei quali si oppose dall’inizio al progetto paratie, salvo poi ritrovarselo sul tavolo avviato dall’amministrazione Bruni e vederselo sfilare dalla Regione, che ne sta ancora curando il completamento.

«L’elemento tecnico – commenta Magatti – a Como è stato prevalente e ha reso secondario e quindi subordinato l’aspetto paesistico. C’è sempre stato un collegamento tra la città e il suo lago, mentre oggi siamo di fronte a una frattura molto netta, salvo in piazza Cavour dove la scalinata rappresenta l’unica parte che porta memoria di come era sempre stato il lago, in contiguità con la città. Adesso quel rapporto non c’è più». Magatti paragona la scalinata di Lecco a quella di piazza Cavour, unico punto in comune (con la differenza che a Lecco ci sono gli alberi) tra le due città con scelte molto diverse sulla loro zona più pregiata. «A Como – prosegue l’ex assessore – l’ossessione tecnocratica ha portato ad ignorare gli aspetti più umani e storici. Ha prevalso quello tecnico, ma non era il solo da tenere in considerazione. Accanto sarebbe stata necessaria la presenza di qualcuno capace di salvaguardare l’elemento paesistico, architettonico e storico». Una cesura netta, secondo la sua valutazione, lago e città che porta paradossalmente i cittadini a riappropriarsi del rapporto diretto con l’acqua andando a sedersi sulla scalinata “libera”. «Oggi – aggiunge – l’acqua del lago la guardi stando su una balconata e questo non va bene. Indietro non si può tornare, ma chiunque ha vissuto legato al lago vive questa situazione con amarezza. Non è un caso che un altro angolo particolarmente amato sia quello dietro al Tempio Voltiano, dove ancora viene conservata questa sfumatura paesaggistica». Insomma, secondo Magatti Lecco batte Como senza appello. Va però evidenziato che a Lecco si sono limitati a riqualificare la passeggiata e non hanno avuto alcuna esigenza di legarla, come nel caso di Como, a un’opera idraulica come le paratie antiesondazione. Da ultimo Magatti invita a fare un test: «Se ci si mette all’inizio di viale Geno e si guarda lo scorcio della passeggiata e la lunga muraglia si vede chiaramente la frattura. Città e lago si guardano in maniera ostile».

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