«Politeama in vendita? Dobbiamo fare cassa e cancellare il degrado»

L’operazione Il sindaco spiega i perché della scelta di alienare il teatro: «Ristrutturarlo costerebbe troppo, ma ha un valore. Con il ricavato sistemeremo scuole, case e musei»

Eliminare una fonte di degrado, recuperare l’edificio e utilizzare il ricavato per altri edifici pubblici poiché il Comune, per rimetterlo a nuovo, dovrebbe fare un investimento «mostruoso». In una frase «vendere, farlo rivivere, incassare e sistemare». Così il sindaco Alessandro Rapinese giustifica la decisione di mettere in vendita l’ex cinema teatro Politeama, abbandonato da due decenni e acquistato all’asta il 30 novembre 2022 (l’unica busta fu quella del Comune) anche per andare a risolvere in via definitiva la questione delle quote parcellizzate che aveva sempre creato problemi sia per una eventuale vendita che per un possibile recupero.

«Ho ereditato una città a pezzi – spiega il primo cittadino - e già come anticipavo nel mio programma è necessario vendere ciò che non siamo in grado di ristrutturare per far sì che lo ristrutturi qualcun altro e, al contempo, con i soldi ricavati, sistemare quante più scuole, case, impianti sportivi, musei e, non per ultima, la sede di lavoro di centinaia di persone dove ha sede l’ufficio del sindaco (Palazzo Cernezzi, ndr.)». Quello che resta del teatro inaugurato nel 1910 e lasciato per l’81,86% al Comune nel 2000 dall’ultimo proprietario Alfredo Gaffuri e, dallo scorso anno, di proprietà esclusiva di Palazzo Cernezzi, è finito mercoledì nel piano delle alienazioni approvato dalla giunta e, nel 2025, verrà messo in vendita a circa 4 milioni di euro.

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Rapinese entra poi nel merito delle motivazioni che lo hanno portato a scegliere di alienare l’edificio storico e vincolato tra viale Cavallotti e via Gallio: «Considerato che il Politeama ha un fabbisogno economico mostruoso per essere ristrutturato, ma contemporaneamente può avere un cospicuo valore economico, abbiamo pensato, in ottemperanza alle indicazioni del consiglio comunale, di alienarlo per due ordini di motivi. Primo per reperire finanza, come detto per il resto del patrimonio comunale, ma primo ex equo per eliminare un punto di degrado inaccettabile nel nostro centro città». Un cambio di rotta rispetto a quanto previsto nel programma elettorale, nel quale era indicato che si sarebbe proceduto all’acquisto e poi a investimenti per un primo restauro di tetto, facciate e spazi commerciali che, lo scorso mese di luglio, era avvenuto in consiglio comunale con un ordine del giorno presentato dalla maggioranza. Nel documento, approvato, si impegnavano infatti «sindaco e giunta a valutare la vendita del compendio Politeama destinando il ricavato alla sistemazione dei plessi scolastici comunali non a norma e/o all’impiantistica sportiva e/o agli immobili aventi destinazione culturale e/o alla sistemazione di altri beni immobili di proprietà del Comune di Como». Ora il passaggio ufficiale con l’inserimento dell’ex teatro tra gli edifici da vendere.

«A inizio mandato – chiarisce il sindaco - mi sarebbe piaciuto ridare una valenza culturale al Politeama, ma tenendo conto che abbiamo un eccellente Teatro Sociale, che al Conservatorio, Carducci piacendo, abbiamo trovato una prestigiosissima sede e che abbiamo stanziato parecchi milioni tra via Natta, piazza Medaglie d’oro, venti milioni nelle scuole e infiniti altri investimenti, ora è giunto il momento di essere concreti. Vendere, farlo rivivere, incassare e sistemare».

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