Cronaca / Como città
Mercoledì 25 Settembre 2024
Genitori e maestre, in Consiglio la protesta contro la chiusura delle scuole
Questa sera Assemblea interrotta per una riunione dei capigruppo, la pausa ha consentito al sindaco di parlare con una delegazione di una decina di maestre ammesse in aula. Settanta circa invece i presenti al presidio
Consiglio comunale interrotto, questa sera a Palazzo Cernezzi, per una riunione dei capigruppo. Una pausa che ha consentito al sindaco Alessandro Rapinese di incontrare un gruppo di una decina di maestre giunte in Comune insieme a mamme, papà e bambini, radunatisi nel cortile antico di Palazzo Cernezzi per contestare la scelta di chiudere una serie di scuole del capoluogo. Come noto, le scuole destinate a chiudere i battenti saranno otto: alle due la cui chiusura era stata annunciata la scorsa primavera, se ne sono aggiunte altre sei, tra cui - soltanto in centro storico - l’asilo di via Volta e le antichissime scuole elementari di via Perti, proprio accanto alla sede del Comune.
Genitori e maestre, in Consiglio la protesta contro la chiusura delle scuole. Video di Toppi Martina
Dopo un primo momento di presidio nel cortile del Comune, con diversi striscioni, i genitori presenti hanno chiesto di poter incontrare il sindaco, senza ottenere alcun risultato. Diverso invece l’esito della richiesta per una decina di maestre delle scuole interessate dalle chiusure, che hanno chiesto conto al sindaco dei criteri adottati e delle ragioni alla radice della decisione presa. «Chiudete le scuole pubbliche per favorire quelle private» l’accusa lanciata dalle maestre, che hanno sottolineato la difficoltà che alcune famiglie incontreranno nello spostare i figli dagli istituti che verranno chiusi t agli istituti individuati dal Comune come alternativi sulla base della prossimità geografica e che le porteranno a optare per istituti privati. «Non è così - la risposta di Rapinese - altrimenti non starei ristrutturando altre scuole pubbliche».
Genitori e maestre protestano a Palazzo Cernezzi
«Questa decisione spingerà più famiglie a non vivere in centro, riducendo il numero dei bambini» un’altra delle critiche mosse, cui il sindaco ha risposto ironicamente: «Quindi se lasciamo aperta la scuola di via Perti le famiglie faranno più figli?». La discussione è poi sfociata in un duro confronto tra il sindaco e l’ex candidato sindaco Roberto Adduci, che ha accusato Rapinese di mancare di visione politica. Il sindaco, affiancato dalla vicesindaco Nicoletta Roperto, ha poi continuato, fino alla ripresa dei lavori del consiglio, a confrontarsi con le maestre, che hanno però lamentato l’assenza di risposte pertinenti. «Abbiamo già spiegato le ragioni. Se stasera qui non c’è nessuno - ha detto Rapinese, in riferimento al presidio in corso, con settanta presenti - è perché la città ha capito che la manovra è necessaria, altrimenti ci troveremmo con un’aula su tre vuota». Intanto, il Comitato dei genitori “Como a misura di famiglia” ha preso la parola, rappresentato da Umberto Fumarola e Francesco Frizzi: «Vogliamo far sentire la nostra voce e portare il problema all’attenzione dei massimi livelli amministrativi, anche ministeriale (è emerso nel corso della giornata di ieri che il comitato ha indirizzato una lettera ai ministri Giuseppe Valditara, Alessandra Locatelli ed Eugenia Maria Roccella, ndr.) raccontando la portata degli impatti negativi che la proposta comunale porterà alla qualità della didattica e della vita in città».
«Vogliamo segnalare quanto sta accadendo non solo a livello comunale - hanno spiegato infatti i rappresentanti dei genitori - affinché non si ripeta quant già avvenuto col tentativo di chiusura dell’asilo Magnolia, poi tenuto aperto in quanto il Consiglio di Stato ha valutato deboli le motivazioni addotte per la chiusura».
Diversi gli striscioni realizzati dalle famiglie per raccontare nel corso della presidio in Comune disagi e situazioni familiari derivanti dalla decisione della giunta (le chiusure avverranno tra il prossimo anno scolastico e il successivo). «Istruzione in corso», «no alle chiusure, sì al dialogo», «non si dicono le bugie», «bambini contate su di noi», «le chiusure riguardano tutti», «Como è la mia città, quale città sogni? Come cambierà la vita nei quartieri senza scuole? Chi ci abiterà tra dieci anni?» e diversi altri.
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