Furti in corsia: faceva uscire i parenti dalla stanza, poi frugava nelle borse

Sant’Anna Il Tribunale firma la misura cautelare per un dipendente: è accusato di un furto riuscito e di uno tentato all’interno dell’ospedale Sant’Anna

Invitava con una scusa i parenti dei degenti del reparto “Medica 3” del Sant’Anna ad uscire dalla stanza dove c’era il malato. A quel punto entrava fingendo di dover fare delle rivalutazioni sul paziente, ma una volta rimasto solo senza farsi vedere apriva le borse dei parenti mandati in corridoio e prelevava contanti dai portafogli. Questa, almeno, è la ricostruzione effettuata dalla Procura di Como, in un fascicolo del pm Giulia Ometto, che ha potuto contare su una indagine degli uomini del posto di polizia interno all’ospedale che ha portato all’iscrizione sul registro degli indagati alla sospensione dal servizio - decisa dal giudice - con l’accusa di furto aggravato di Antonio Combatti, 43 anni di Como.

L’indagine è nata da una doppia denuncia, la prima del 9 giugno e la seconda del 20 ottobre di quest’anno, presentate da due famiglie che non si conoscevano l’una con l’altra ma che raccontavano le stesse dinamiche con una descrizione identica di quell’infermiere che – secondo i loro sospetti – aveva sottratto i contanti.

Proprio partendo da quei racconti, ed in seguito ai riscontri e ai riconoscimenti effettuati dal posto di polizia del Sant’Anna che ha operato in collaborazione con i vertici dell’Asst Lariana, la Procura ha chiesto ed ottenuto al giudice delle indagini preliminari Massimo Mercaldo la misura della sospensione dal lavoro del dipendente per una durata di 9 mesi. Atto che è stato notificato nel pomeriggio di lunedì e che ha fatto seguito – come vuole la procedura per questo tipo di limitazioni – ad un interrogatorio che si era svolto la scorsa settimana proprio davanti al giudice. L’imputato era presente, assistito dall’avvocato, ma evidentemente le versioni fornite (ha negato su tutta la linea, respingendo le accuse) non hanno convinto il gip che ha deciso di notificare comunque la sospensione.

La misura cautelare è stata segnalato anche all’Ordine delle professioni infermieristiche. Le ipotesi di reato parlano di un tentato furto e di un furto portato a termine, ma altri episodi sono al vaglio dell’autorità giudiziaria e del posto di polizia del Sant’Anna. Furti aggravati dalla destrezza e dalla violazione dei doveri inerenti il pubblico servizio che spettano ad un infermiere. Alle indagini hanno collaborato gli uomini della squadra Mobile. La notifica della misura della sospensione dal lavoro di nove mesi (il massimo possibile è di 12 mesi) è stata fatta all’arrivo dell’infermiere sul posto di lavoro.

«Le indagini in tutta la loro durata hanno visto la collaborazione e l’assistenza di Asst Lariana – hanno fatto sapere ieri dalla Questura – che ha contribuito e notevolmente agevolato i poliziotti a svolgere le indagini». Nel corso dell’episodio del 9 giugno, la figlia del paziente – che era stata fatta uscire dalla camera – dopo aver sentito dire al padre di girarsi, aveva aperto di poco la porta per guardare quanto accadeva vedendo l’infermiere (che non conosceva ma che aveva descritto) lontano dal letto ma con il mano il proprio portafoglio. Nel secondo caso invece ad essere derubata di 30 euro era stata la moglie del malato, che ricordava di avere lasciato la borsa sulla sedia aperta salvo poi averla ritrovata chiusa e senza i soldi.

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