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Cronaca / Como città
Sabato 15 Febbraio 2025
Furti, la banda era in affitto a Monza. Il proprietario non li aveva registrati
L’inchiesta Oltre ai sei arrestati la squadra Mobile potrebbe indagare anche sui chi li ha aiutati - Nel mirino anche l’autonoleggio che aveva messo a disposizione l’auto usata per le incursioni
I sei cittadini sudamericani e centroamericani – in arrivo da Cuba, Cile e Argentina – arrestati dalla squadra Mobile di Como nel corso di una attività di indagine contro una serie di furti nelle abitazioni avvenuti a Como, ma anche a Cantù e pure in altre province della Lombardia e del Piemonte, non erano stati registrati dal titolare dell’appartamento di viale Lazio a Monza che avevano preso in affitto breve. Per questo motivo, da quanto è stato possibile apprendere, le indagini si allargheranno ora non solo all’individuazione di ulteriori ed eventuali complici, ma anche a chi potrebbe aver favorito in altro modo la banda di malviventi.
U ndoppio fronte
Sono due i fronti ulteriori di verifica: il primo, come anticipato, è quello della casa in affitto. I sei arrestati vivevano insieme, all’interno di quell’appartamento, ma i loro nomi non erano stati registrati e dunque comunicati alla Questura. Nessuno dunque sapeva della loro presenza in quella casa da cui organizzavano le spedizioni e in cui avevano raccolto buona parte della refurtiva rubata e anche due pistole scacciacani. Tutti oggetti poi sequestrati dalla squadra Mobile. Secondo quanto è stato ricostruito dalla polizia, la banda arrivava dal Lazio dove aveva agito allo stesso modo, si era spostata in Brianza – con affitti brevi di 15 giorni – e pare che avesse già pianificato un nuovo trasferimento questa volta in Liguria e sempre con le stesse modalità: affitti brevi e per pochi giorni, quelli necessari per portare a termine più colpi possibile e poi ripartire verso nuove mete.
Il secondo fronte è quello delle auto a noleggio, i cui contratti sono ora al vaglio. La banda le prendeva sempre dalla stessa persona e aveva già cambiato tre vetture. Per due volte aveva preso a noleggio una Alfa Romeo Tonale, mentre pare che in precedenza avesse utilizzato anche una SsangYong. Un cambio di auto che serviva – anche in questo caso – a rendere complicata l’eventuale identificazione da parte delle forze di polizia.
Il gruppo di ladri sapeva di dover agire in fretta, perché le vetture al giorno d’oggi vengono quasi sempre individuate dai sistemi di lettura delle targhe, quindi è assai rischioso utilizzare sempre lo stesso veicolo. Per questo ne avevano cambiati tre in pochi giorni, rendendo complicato il lavoro anche degli agenti della squadra Mobile che nel tenevano monitorati gli spostamenti. La polizia però vuole capire nel dettaglio quanto l’uomo che noleggiava le vetture sapesse delle reali attività della banda.
Verso Brescia e il Comasco
Un gruppo affiatato di malviventi, quello arrestato, che alla mattina si divideva in due batterie seguendo strade autonome, uno da una parte e uno dall’altra, per ottimizzare il tempo, rubare in più case possibili e poi fare ritorno alla sera nell’appartamento di Monza. Per questo motivo i colpi – nove tra tentati e riusciti – che la Mobile è riuscita a contestare, sono racchiusi in tempi brevissimi, dal 27 gennaio al primo di febbraio.
Così ad esempio, mentre la mattina del 28 gennaio un gruppetto della banda partiva alla volta della provincia di Brescia andando verso est, un altro usciva dall’appartamento di viale Lazio e procedeva verso nord, arrivando a Como per poi colpire in un appartamento di via Ercole Ferrata a Prestino.
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