Giardini, lavori in clamoroso ritardo: si rischia di dover rifare la gara

Comune Improbabile la proroga all’attuale azienda, che appare in difficoltà - Tentativo con le altre imprese in graduatoria: se nessuna accetta, nuovo bando e tempi lunghissimi per ripartire

Direzione lavori, impresa e dirigente comunale si siederanno attorno a un tavolo nei prossimi giorni per valutare lo stato di avanzamento del cantiere dei giardini a lago e, di conseguenza, per decidere come procedere alla luce dei ritardi accumulati e del fatto che le opere non si concluderanno, come previsto, entro il prossimo 26 aprile.

Al momento non sono arrivate nemmeno al 50% a oltre un anno dal via ai lavori. «Il dato certo – ha ammesso lo stesso sindaco Alessandro Rapinese in diretta su Etv - è che è difficile che questo cantiere venga ultimato per aprile, data fissata dalla direzione lavori sulla base di ordini di servizio che sono stati dati».

Il primo cittadino ha inoltre spiegato cosa si sta facendo in questi giorni e le diverse competenze. «Noi il 15 febbraio 2024 – le sue parole – abbiamo consegnato i lavori all’impresa, con soldi buoni e una delibera di giunta completa. Siamo arrivati a seguito di un’analisi fatta dalla direzione lavori, che è esterna, a qualificare il momento di verifica dell’avanzamento, sulla base di un ordine di servizio che era stato dato, il 20 marzo. In quel momento si è scattata una fotografia anche perché le aziende hanno dei diritti e non è il sindaco che sceglie le imprese».

E ancora: «Il 20 marzo si è fermato il tempo e poi la legge dice che c’è un momento per la verifica, che abbiamo convocato, per valutare sui dati oggettivi quello che diceva l’appalto. È corretto quello che stai facendo? Sono giusti i tempi? Tutto questo è stato gestito dal dirigente e dalla direzione lavori». Rapinese ha proseguito: «Quando si fanno i lavori pubblici ci sono tre variabili: giunta e sindaco, dirigente e impresa. La giunta ha messo soldi e fatto partire con coraggio un progetto che era bloccato da anni. Poi c’è il dirigente, lo stesso che ci ha risolto un sacco di problemi. E infine l’impresa».

Inoltre ha anticipato quello che accadrà: «I miei limiti finiscono con la delibera che ha stanziato i soldi. Detto questo, non vedo l’ora che a giorni, nel mese di marzo, avvenga questa verifica tra direzione lavori, impresa e dirigente. Si guarderanno i numeri, lo stato di avanzamento e quali sono le conseguenze. Quando mi arriverà quel verbale dei tecnici, mi diranno anche cosa la legge impone perché il codice degli appalti dice cosa succede. Chi fa ironie sulla giunta non capisce quali sono i limiti della giunta».

In situazioni come questa sono due gli scenari possibili con articolazioni, tempi e rischi differenti. Il primo è che dalla verifica emerga la possibilità di concedere un’ulteriore proroga a fronte di garanzie da parte dell’azienda e, in questo caso, si avrebbe l’indicazione di una nuova data di fine lavori (di certo non prima dell’estate).

Il secondo, invece, sarebbe quello di arrivare a una clamorosa risoluzione del contratto, cosa che richiederebbe un’apposita e ben definita procedura da seguire anche per evitare contenziosi legali. Questo scenario potrebbe poi portare a due esiti differenti in base a quello che, eventualmente, potrebbe accadere. Gli uffici dovrebbero scorrere la graduatoria delle altre aziende che avevano partecipato al bando consultando quindi la terza per capire se accetta di eseguire l’appalto e, in caso contrario, proseguire oltre con la successiva e via di seguito. Va però considerata l’eventualità, non remota quando si parla di lavori pubblici, che non accetti nessuno a causa dei prezzi diversi (e più alti) di oggi rispetto alla presentazione delle offerte.

Se l’amministrazione dovesse ritrovarsi in quest’ultima situazione dovrebbe rivedere i conti, stanziare ulteriori fondi e ribandire la gara con tempi imprevedibili.

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