Ruba, lo arrestano e confessa: «Sono clandestino da 26 anni»

Il fatto Arrestato in via Recchi uno straniero con 90 pagine di precedenti. Il giudice lo condanna a quattro mesi, poi gli vieta di tornare a Como

«Sono in Italia da 26 anni e sono sempre stato irregolare». Sono queste le parole che ieri mattina, senza porsi troppi problemi, un uomo di 37 anni marocchino (evidentemente arrivato come minore e che poi non ha mai regolarizzato la propria posizione) ha detto al giudice che lo stava processando dopo essere stato sorpreso, nella serata di domenica, a rubare al Carrefour di via Recchi. Non solo, perché dalle banche dati della polizia sono emerse ben 90 pagine di precedenti – un numero davvero impressionante – e ben 35 fotosegnalamenti, segno dunque di una discreta (e siamo ovviamente ironici) predisposizione a delinquere.

In sostanza, il motivo per cui è stato arrestato e processato nella giornata di ieri Mohammed Dowida, senza fissa dimora, è probabilmente marginale rispetto a tutto quello che lo riguarda, partendo proprio da quelle novanta pagine di precedenti penali accumulate nei suoi anni da clandestino nel nostro paese. Reati ovviamente commessi non solo a Como, ma in diverse parti della Penisola. Sul capo del marocchino pendeva tra l’altro un ordine (evidentemente non rispettato) del questore di Milano a lasciare il paese, notificato nei giorni scorsi.

L’udienza di ieri mattina, dopo l’ennesimo procedimento a suo carico, era per un episodio di furto nemmeno troppo importante, con merce sottratta per un valore di circa 66 euro (lamette, un regola barba, rasoi, ma anche succhi di frutta e merendine) che era stata nascosta in uno zaino per poi passare dalle casse senza pagare. Confezioni che erano anche state danneggiate ma che sono state tutte recuperate e poi restituite al supermercato.

Il fermato è stato invece identificato e accompagnato in Questura, dove sono poi emersi gli infiniti precedenti che aveva per reati contro il patrimonio, violazioni in materia di stupefacenti ed immigrazione, irregolare sul territorio nazionale da anni (non è chiaro effettivamente da quanti) e con l’ordine del Questore a lasciare l’Italia. Il processo per il furto si è tenuto ieri mattina e l’avvocato che l’ha assistito, il legale Massimiliano Galli, ha scelto di patteggiare quattro mesi di pena senza la sospensione. Il giudice ha però disposto il divieto di dimora nella provincia di Como, firmando anche il nulla osta per l’espulsione.

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