Como: meno timori
Un sabato di relax

Il Covid allenta la morsa, la città torna a riempirsi di comaschi e turisti come in tempi “normali”. Tavolini dei bar pieni di clienti, lunga coda per la funicolare e una passeggiata sulla diga godendosi il sole

Sono tornati i “riti” del sabato pomeriggio. La passeggiata sul lungolago, il cappuccino al bar o il cono gelato, il giretto in centro per qualche acquisto. Bentornata normalità, veniva proprio da dire ieri camminando per le vie di Como. Non è successo nulla di particolare e forse, per una volta, la notizia è proprio questa.

Diventa una notizia la coda per salire sulla funicolare, così come la (piccola) folla che si concede una pausa sulla scalinata vista lago, verso Sant’Agostino. Si sentono nuovamente idiomi stranieri, segno inequivocabile della presenza di un discreto numero di turisti stranieri (e gli operatori del settore ben sanno quanto sono mancati nei mesi scorsi gli arrivi dall’estero).

Vince l’ottimismo

Il virus circola ancora, ed è bene ricordarselo, ma è altrettanto vero che tutti gli indicatori segnalano un miglioramento della situazione pandemica e si va verso la fine dello stato d’emergenza, con ulteriori allentamenti delle restrizioni da qui a un mese. Un clima di ottimismo che traspariva chiaramente ieri in città, dopo due anni in altalena tra preoccupazione e - rari - settimane più tranquille.

Si va verso la primavera, d’altro canto, e l’aumento delle temperature, come ormai abbiamo imparato tutti, porta con sé una minore aggressività del Covid. Se si aggiunge che la gran parte della popolazione è ormai vaccinata con tre dosi, ecco che l’ottimismo poggia su basi piuttosto solide.

Vecchi problemi

Tornano famiglie e turisti, riecco anche qualche nota dolente, a cominciare da due grandi classici: traffico e parcheggi. Ieri tutto sommato la viabilità ha retto e non c’è stato l’assalto agli autosili, anche se non sono mancati rallentamenti nel pomeriggio, soprattutto in concomitanza con la fine della partita del Como al Sinigaglia, intorno alle 16. Anche il deflusso dei tifosi ospiti dallo stadio si è comunque svolto senza problemi e senza ripercussioni particolari sulla viabilità della zona. Lamentele sono arrivate, in compenso, da alcuni turisti, che erano stati indirizzati al Broletto ma hanno trovato l’infopoint chiuso (è attivo solo quello in piazza Gobetti).

L’incognita ora si chiama guerra. Una parola che mette i brividi anzitutto per le conseguenze patite dalle popolazioni coinvolte, e che dalle nostre parti può tradursi in conseguenze negative anche sotto il profilo economico (leggi turismo e costi dell’energia).
R. Cro.

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