Cronaca / Como città
Domenica 10 Maggio 2020
Como: non è stato assalto
Ma tanti senza protezione
Il primo sabato dopo la fine del lockdown. Molti gruppi di amici tra i giardini a lago e viale Geno. Uno su tre non indossa correttamente la mascherina
Il corretto utilizzo delle mascherine è inversamente proporzionale con la distanza dal centro storico. Più ti allontani dalla città murata e più l’uso (obbligatorio) dei dispositivi di protezione si fa approssimativo, se non addirittura un optional. E finisce che, fatto un conto approssimativo, una persona su tre di quelle che ieri giravano per la convalle non indossava correttamente le mascherine. Perché in centro naso e bocca restano ben coperti e in riva al lago no, è - in parte - un mistero. Ma in una città in cui la voglia di socialità e di vita, dopo due mesi di quarantena, la si percepisce chiaramente, il ritorno alla normalità passa inevitabilmente anche per il rispetto delle regole.
Sul lungolago
Nel primo sabato di norme meno rigide, sul fronte degli spostamenti, non c’è il temuto assalto in convalle, ma di sicuro - decreto alla mano - molte persone sarebbero state passibile di contravvenzione. Come il gruppetto di 9 ragazzini radunati sotto il tempio di Alessandro Volta, nell’omonima piazza, tutti intenti a chiacchierare con mascherina più o meno indossata correttamente. O come il gruppetto di sei giovani che, di fronte al Pappafico, chiacchieravano senza alcuna mascherina qualcuno con bicchiere di plastica (da asporto) in mano.
Di esempi ce ne sarebbero tanti, ma casi clamorosi nessuno. La zona indubbiamente più densamente popolata, ieri pomeriggio, era quella attorno al Tempio Voltiano. Arrivano i vigili in moto e intimano ad alcuni bambini, con i piedi a mollo, di uscire dal lago. E a una coppia, lui a torso nudo, lei in reggiseno, sdraiati senza mascherina in mezzo al giardinetto tra Voltiano e Monumento ai Caduti, di coprirsi, a cominciare da naso e bocca.
Sulla diga foranea papà e figlio preparano le esche per pescare, mentre in fondo, attorno al monumento di Libeskind, una decina di persone si gode il panorama. Passa la motonave Lucia: a bordo 9 passeggeri, scattano foto e fanno video neppure fossero turisti venuti chissà da dove (e di turisti, almeno in teoria, non dovrebbero essercene visto il divieto di spostamento tra regioni).
Passano mamma, nonno e bimba in mezzo a loro mano nella mano. Vedono tre ragazzi stranieri - uno dei quali con mascherina non indossata - che si abbracciano e commentano: «Li caricherei tutti su un aereo e li butterei giù con il paracadute, che loro possono fare quello che vogliono e noi invece...». Poco lontano una coppia si bacia su una panchina (bacio senza protezioni) e un uomo e una donna conversano animatamente pure loro senza alcuna mascherina.
L’amore, si sa, non conosce ostacoli. Figuarsi se gli ostacoli in questione sono un pezzo di stoffa piazzato davanti alla bocca. In viale Geno, seduti sotto un albero all’inizio della via, un ragazzo e una ragazza si abbracciano. Lei toglie la mascherina e lui e si baciano. Poco oltre un amore più rispettoso delle norme si limita a un abbraccio e a una foto al lago, stretti l’uno all’altra.
Tantissimi i giovani in giro: due ragazzi con le rispettive fidanzatine, tre amiche che prendono il sole senza mascherine, tre amici che si confidano: «È la prima volta che torno qui da due mesi. Stasera ci vengo ancora con un altro amico».
Le conversazioni rubate qua e là per la maggior parte riguardano quasi tutte il tema Covid. O, meglio, la voglia di tornare alla normalità. «Non ce la facevo più a stare in casa» dice una donna. «Chissà quando potremo tornare a berci una birra seduti al bar» chiosa un ragazzo. Vicino a Villa Geno due coppie siedono, a debita distanza, sul muretto fronte lago: due di loro sorseggiano un cocktail - rigorosamente take away - gli altri hanno un paio di Corona (la birra messicana) appoggiata tra loro.
In centro
Anche il centro storico, pur privo di negozi aperti - eccezion fatta per fioristi, negozi per bambini e alimentari - è particolarmente animato. Dall’enoteca Gigi di via Luini qualcuno esce con delle bottiglie di vino. Nel pomeriggio in pochi hanno usufruito della possibilità di acquistare caffè da asporto, qualcuno in più la mattina. In via Milano c’è chi ha accompagnato a caffè anche una brioche.
Insomma, in città vanno in scena prove tecniche di ritorno alle vecchie passioni degli italiani: una chiacchierata tra amici, un bicchiere di vino, un buon caffè, la meraviglia del lago. Senza dimenticarsi le mascherine. Che, fino a ordine contrario, sono tuttora obbligatorie. Per il bene di tutti. E vanno indossate su naso e bocca, non come reggi mento.
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