Cronaca / Como città
Domenica 22 Dicembre 2024
Natale è anche un letto caldo: «Storie che fanno riflettere»
Borgovico Serata al dormitorio. Un ospite: «Mi trovo qui per errori passati». A disposizione 35 posti. I volontari: «Stanze piene, servirebbero più spazi»
«Qui sembriamo tutti uguali, ma se sono arrivato a dover dormire in questo posto è per le strane pieghe che ha preso la mia vita. Ho fatto degli errori che ho pagato, anche tanto».
Mentre affonda in una tazza di latte i biscotti offerti dai volontari del “Piano freddo”, che anche quest’anno ha trovato spazio nell’edificio di proprietà della Provincia, all’ex caserma in via Borgovico, Luca, un ospite di 37 anni, si racconta. Nella saletta c’è silenzio, mentre sceglie con cura le parole. Gli altri ospiti già arrivati - erano attesi in 33 venerdì sera ma alle 21 erano si erano già registrati in 26 e poi, col trascorrere dei minuti, uno a uno si sono presentati anche gli altri - dopo aver ricevuto un pacchetto ciascuno, contenente i prodotti per l’igiene personale, hanno scelto di andare subito a riposare. «Se fossi al posto vostro - continua il suo discorso Luca rivolgendosi ai volontari - non credo che verrei qui a passare il mio tempo. Ma è difficile dirlo perché le nostre vite sono state diverse. La mia è stata difficile, è andata così per noi» aggiunge, guardando un altro ospite, Umberto, che, arrivato da poco, sorseggia un té caldo.
Il servizio
Ad ascoltarlo ci sono anche Claudia, Carmela, Fabrizio e Alberto, quattro dei sei volontari di Incroci (Paola e Andrea sono al primo piano per la registrazione degli ospiti), che grazie all’esperienza alla mensa di solidarietà hanno conosciuto poi anche la realtà del “Piano freddo”, che offre, dal 1 dicembre, riparo a chi non ha un tetto sotto cui dormire. «Non sempre arrivano in tempo gli ospiti - spiega Luca (il termine ultimo per presentarsi sono le 22, ma capita che tra ospiti e volontari ci si conosca e arrivi quindi la chiamata o il messaggio che comunica un eventuale ritardo) - L’altra sera, per esempio, a San Rocco abbiamo visto uno degli ospiti di queste settimane che però non era in condizioni per arrivare fino a via Borgovico, gli abbiamo lasciato delle coperte per tenerlo al caldo». La vita per strada stanca, come dimostrano i volti tirati di chi si chiude la porta delle camera alle spalle dopo aver dato la buonanotte. I posti letto sono tre o quattro per stanza, distribuiti su due piani, per una capienza massima di 35 persone che venerdì è stata quasi raggiunta. «Ci sono molte richieste in questo periodo, anche perché ci sono stati alcuni sgomberi e le persone che dormivano in quei luoghi non hanno trovato altri posti dove stare - conferma Alberto - Allo scadere del tesserino che gli ospiti ritirano a Porta Aperta, della durata di 15 giorni, la loro permanenza in dormitorio può essere rinnovata oppure no, a seconda delle disponibilità. Anziani e persone fragili naturalmente hanno la priorità».
Le storie
Venerdì c’era anche un ragazzo poco più che trentenne con il suo cane, Luna. «Lui l’anno scorso non aveva voluto venire in dormitorio, quest’anno invece si è convinto» racconta Carmela. «Queste esperienze comunque ti insegnano tanto, mettendoti a volte anche davanti ai tuoi stessi pregiudizi» aggiunge Claudia, che ha prestato servizio anche al dormitorio femminile in via Sirtori, nel 2019.
«Le loro storie mi fanno molto riflettere - commenta invece Manuel, che in dormitorio lavora come operatore per la Fondazione Somaschi - Mi chiedo come siano arrivati qui, perché non abbiano un posto dove stare... Difficile darsi una risposta, ma stando qui con la responsabilità di garantire una notte tranquilla ci penso spesso».
© RIPRODUZIONE RISERVATA