Cronaca / Como città
Giovedì 28 Novembre 2024
«Como Nuoto, soldi pubblici non dovuti». L’accusa di Svolta Civica a Rapinese
Consiglio Nessi: «I lavori da 750mila euro della piscina non spettano al Comune. Valutiamo altre forme di tutela». Polemiche anche sull’affidamento del centro rugby
«Per Rapinese i cittadini non sono tutti uguali: Como Nuoto e Rugby passano davanti a tutti. Il Comune paga a Como Nuoto lavori che dovrebbe fare l’associazione. La procedura di affidamento in partenariato del centro rugby di via Longoni procede con anomalie: l’amministrazione affida la concessione e consegna l’area senza la verifica economica della proposta». Sono le accuse lanciate da Vittorio Nessi, capogruppo di Svolta Civica, alla giunta guidata dal sindaco Alessandro Rapinese in consiglio comunale lunedì.
«Chiediamo spiegazioni»
«Chi si occupa della legittimità degli atti dovrà fare qualche considerazione - ha detto Nessi come dichiarazione di voto - A nome del mio gruppo dichiaro voto contrario, ma non ci limiteremo a questo: se non arriveranno spiegazioni più che adeguate valuteremo altre forme di tutela». Che, si immagina, non escludono le vie legali. Le dichiarazioni di Nessi riguardano il terzo aggiornamento del programma triennale dei lavori pubblici 2024-2026 e dell’elenco annuale 2024. Nell’aggiornamento approvato, con il voto contrario dei consiglieri di minoranza presenti, è previsto sia il finanziamento di 750mila euro (sostenuto per una quota pari a 500mila euro dal Comune e per i restanti 250mila euro dalla Regione) per la riqualificazione impiantistica della piscina di viale Geno sia l’affidamento dei lavori per la realizzazione del centro sportivo tra via Longoni e via Belvedere con la modalità di gestione del partenariato pubblico-privato. Nessi, prima, nel corso della richiesta di chiarimenti rivolta alla giunta e poi in fase di dichiarazione di voto ha spiegato nel dettaglio le proprie dichiarazioni, che da un’analisi dei documenti citati dal consigliere risultano riscontrate.
Sulla piscina di viale Geno, in concessione alla società Como Nuoto dal 2021 ma di proprietà dell’ente comunale, Nessi osserva: «Ai sensi del contratto di concessione sono a carico dell’associazione gli interventi di manutenzione straordinaria di carattere edilizio e tecnologico necessari per il raggiungimento delle finalità ludico-sportive del compendio». L’intervento approvato con finanziamenti del Comune è indicato nella delibera di giunta n.400 del 20 novembre come «manutenzione straordinaria adeguamento tecnologico impianti sportivi» e prevede quattro lotti: due riferiti agli spogliatoi, per risolvere i problemi di infiltrazione e dell’impianto idrico-sanitario, uno per la sostituzione della vasca di compenso e uno per la piscina, a seguito di «deterioramento e obsolescenza di tutta l’impiantistica interrata». Interventi che, stando alla definizione data dalla giunta, nel contratto di concessione sono previsti in carico a Como Nuoto. Como Nuoto che, stando al contratto, ha preso in consegna l’immobile «privo di arredi, così come visto e piaciuto», formula che esclude interventi per deterioramento a carico del proprietario.
Centro sportivo al Belvedere
Nella documentazione relativa alla concessione del centro sportivo di via Longoni, invece, a preoccupare Nessi è un punto in particolare. Si tratta della mancata verifica di attendibilità del Piano economico finanziario (ovvero della sussistente convenienza per il Comune dell’intera operazione) confermata in una relazione della Protos Check srl, società cui il Comune ha affidato la valutazione economico finanziaria della proposta di progettazione presentata da Sportpiù spd. Una verifica che invece nella delibera di giunta risulta effettuata, in contrapposizione rispetto a quanto sottoscritto da Protos.
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