
Cronaca / Como città
Martedì 22 Aprile 2025
Stadio, gli architetti bocciano il progetto: «Volumi eccessivi»
Il dibattito Lettere dell’Ordine a sindaco e Como 1907 - «Sbilanciamento dei benefici a favore del privato» - Poi l’invito a rivedere proporzioni e altezze dell’edificio
Como
Volumetrie eccessive e sbilanciamento del progetto a favore dell’interesse del privato. Sono questi i punti cruciali del documento predisposto dall’Ordine degli architetti sul nuovo Sinigaglia. Documento scritto dal gruppo di lavoro composto da 26 iscritti e inviato dalla presidente Margherita Mojoli alla società Como 1907 e al sindaco con una lettera nella quale manifesta nei confronti del club «rammarico» per «non avere ricevuto risposta alcuna alla richiesta» di poter vedere il progetto. Scrive inoltre che «il tema è risultato da subito molto divisivo anche all’interno della nostra categoria composta da 1.750 colleghi».
Il documento allegato, molto articolato, chiarisce che «proprio per il valore “strategico” che il progetto stadio va ad assumere, andrebbe innanzitutto inserito in un quadro generale di sviluppo unitario della città, sempre più vista oggi, per necessità o esigenza, come un insieme di interventi puntuali slegati tra loro, che invece dovrebbero e andrebbero visti in un’ottica di medio lungo termine volta al futuro generale di Como, non di un edificio o di un isolato». Viene chiesta per prima cosa una «revisione di un Pgt rispetto alla componente del documento di piano» che viene definito «ormai datato». Gli architetti comaschi entrano poi nel merito del progetto. «Le alternative progettuali – si legge - sono fondamentali per la sostenibilità dell’investimento e pertanto si auspica che sia stata considerata almeno un’alternativa di dimensioni ridotte rispetto a quella nota, con una comparazione dei costi e delle ricadute sul contesto. L’assenza di tale comparazione nei termini e nei contenuti sopracitati rappresenterebbe violazione della normativa».
Parlano inoltre delle funzioni: «La legge sugli impianti sportivi prevede la possibilità che siano realizzati immobili con destinazioni “diverse da quella sportiva che siano complementari o funzionali al finanziamento o alla fruibilità dell’impianto sportivo”. Per quanto finora reso noto del progetto, il rapporto fra attività sportive (lo stadio), spazi acquisiti alla disponibilità del privato (sedime immobiliare per l’albergo, in una delle zone più pregiate della convalle, fronte lago e fronte parco, sedime per l’autosilo al “Pulesin”) e attività “complementari” concesse (piscina, albergo, aree commerciali, bar, autosilo ecc.) appare piuttosto sbilanciato a favore del privato, generando il dubbio che non sia rispettato il ruolo di “complementarietà” delle funzioni accessorie rispetto alla pura esigenza di ristrutturazione dello stadio».
Sulla procedura dicono che se non viene definito un equilibrio l’iniziativa sarebbe meramente imprenditoriale d’investimento e, per questo, andrebbe garantita la concorrenza mettendo di fatto tutto a gara. Per quanto riguarda le dimensioni del progetto arriva una bocciatura: «La proposta di andare ad insediarvi un polo multifunzionale, che vedrebbe la realizzazione di un hotel e spazi commerciali, funzioni del tutto compatibili con le norme di piano - si legge - trova ben poco riscontro nelle volumetrie eccessive con i valori del luogo, pare bensì una scelta meramente di natura economica legata al ritorno dell’investimento da effettuarsi, incurante di proporzioni, volumi, prospettive, relazioni, altezze, sensibilità e valori che si riscontrano nel quartiere razionalista. Soprattutto in relazione alla concessione ipotizzata di 99 anni». Gli architetti parlano di «un forte sbilanciamento dei benefici in favore della parte privata». Per ridurre le altezze chiedono che si valuti «l’abbassamento del livello di gioco e delle strutture a contorno». Concludono dicendo che «uno dei compiti dell’amministrazione sarà quello di arrivare a definire l’interesse pubblico dell’intervento, in virtù di quanto sopra espresso appare quanto mai dubbio nelle sue motivazioni».
© RIPRODUZIONE RISERVATA