Cronaca / Como città
Giovedì 28 Novembre 2019
Como: pisolini in ufficio
Dirigente indagato per truffa
Sotto accusa il responsabile dell’ufficio patenti in Motorizzazione. Procura e polstrada: «Dormiva sul lavoro e al risveglio timbrava e usciva»
Le immagini delle telecamere piazzate dagli agenti della Polstrada lo immortalano mentre si dirige verso la finestra dell’ufficio, abbassa la tapparella, quindi, appoggiati i piedi sulla scrivania e la testa allo schienale della sedia, ne approfitta per schiacciare un pisolino pomeridiano. Non una, ma più volte.
Ora quelle immagini fanno parte del fascicolo d’inchiesta - nel quale è ipotizzato il reato di truffa aggravata - che la Procura ha chiuso nei giorni scorsi e che vede sotto accusa un dirigente della Motorizzazione civile di Como.
Non si arresta l’onda lunga delle conseguenze penali dell’indagine avviata nel 2017 dalla polizia stradale sull’allora direttore degli uffici di via Tentorio.
Nel corso degli ulteriori accertamenti, infatti, gli investigatori sono incappati in altri episodi, contestati ad altri dipendenti pubblici, e sfociati in nuove ipotesi di reato.
L’ultimo caso coinvolge Giorgio Masi, 55 anni di Como, dirigente addetto all’ufficio patenti e incidenti della Motorizzazione cittadina. L’accusa, per lui, è quella di truffa aggravata. In realtà l’entità dell’ipotetica truffa contestata è relativamente molto bassa: almeno 200 euro, contestano gli inquirenti. Ma quell’accusa rischia concretamente di sfociare in un procedimento disciplinare a carico del dirigente.
Mentre indagavano sull’accusa di corruzione a carico di Antonio Pisoni, gli agenti della polstrada cittadina hanno posizionato numerose telecamere all’interno degli uffici di via Tentorio. E questo ha permesso di scoprire diversi comportamenti non solo non propriamente consoni per il ruolo ricoperto dai diretti interessati, ma - secondo il pubblico ministero Massimo Astori - anche penalmente perseguibili. Masi, ad esempio, ha ricevuto l’avviso di chiusura indagini dalla Procura della Repubblica nel quale gli si contesta di aver dormito durante diversi pomeriggi durante l’orario pomeridiano e, al risveglio, di aver timbrato e salutato i colleghi, oppure di aver trascorso le ore di lavoro restanti leggendo libri o svolgendo attività personali.i
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